venerdì 27 aprile 2018

Beatrice [DOWNLOAD DISPENSE APPUNTI RIASSUNTI GRATIS DI ECONOMIA]


Sono stato fino a 114 kg. Mi guardavo allo specchio e non riuscivo a vedere null’altro che quello che vedevano gli altri. Un ragazzo obeso. Non riuscivo mai a vedermi con i miei occhi. Era troppo difficile usare i miei. Usavo quelli degli altri perché credevo fossero più obiettivi. Dicevano obeso. Dicevano schifo. Ridevano. Allora io non ridevo mai. Sono Beatrice con tanta fortuna in più. A volte quella fa la differenza. E non sta quasi mai in sé stessi. Troppo facile dare la colpa o il merito a sé stessi. “Io sono stato bravo, sono stato meglio”. Stronzate. “Gli altri” fanno la differenza. Perché “gli altri” sono tanti. Sono molto di più di te stesso. Conti per uno e basta. Allora speriamo di avere tanti “altri” vicino e non lontano. Accanto. Perché poi sono diventato meno per la bilancia ma pur sempre me stesso. Solo che ora comprendo Beatrice. E io quando come Selvaggia Lucarelli, metto su 10 kg in più penso a quelli che mi sono accanto e quando mi guardo allo specchio mi riconosco meglio. Mi guardo con gli occhi miei. Perché spesso quelli degli “altri” fanno male e sono bugiardi.
Quando ne esci alla fine, passi inosservato. La gente si aspetta il crollo, vuole assistere a quello in fondo. Le belle notizie non fanno mai spettacolo. Non c’è una lezione da imparare quando alla fine le cose vanno bene. In vece dagli errori degli altri, si. Chi si toglie la vita fa un errore, dice la gente. Ha mollato. Non si accorge però che la spinta sotto al treno, è anche opera di tutti. Avanti gli ipocriti magri, forza, sedetevi in prima fila. Su il dito. Che nessuno resti indietro. Tu sei grassa, la colpa è tua. Bella roba, bello schifo. Il giudizio intendo. La faccia da culo con la quale si commenta una tragedia, come prima si commentava un disagio. Facile per chi non c’è dentro, facile per chi non lo sa cosa voglia dire la lotta con ilo cibo. Che uno poi si sa, lotta con il cibo per non lottare con le persone. Con quelle non ci si ragiona, il cibo è inerme, si lascia plasmare, mangiare. Le persone cattive invece non si piegano, restano rigide nel loro pensare, nel loro giudicare. Allora perché spendere parole con loro, ci si siede a tavola e si riempie il vuoto fatto di incomprensioni, silenzi, grida, sguardi, critiche e tanto, troppo altro. Non aspettatevi scuse. Dopo aver letto le notizie di cronaca nera, tutti se ne tronano sulla loro strada, ognuno pensa ai fatti propri fino al prossimo giudizio. Hanno bisogno loro di persone in difficoltà per sparare contro il loro arsenale. Poi, la fuga. Non è semplice salire sulla bilancia e dire basta. Non è semplice salire sulla bilancia e dire, va bene così. Non è semplice guardarsi allo specchio. Avvicinarsi talmente tanto da vedere solo il viso, non è una malizia semplice da mettere in atto. Ci vuole tempo. Tanto. Talmente tanto che poi si fa tardi. Posso davvero comprendere come a volte si cerchi di scappare via da tutto. Quindi non giudico. Davanti a quel treno Beatrice c’è arrivata da sola, è vero. Ma la spinta è di tutti.
Franco Quadalti
https://drive.google.com/file/d/1ZjtdB6eApOF7EjnJRuGc_GLY2Bs-fWSO/view?usp=sharing

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