venerdì 27 aprile 2018

La classe della solidarietà [DOWNLOAD DISPENSE APPUNTI RIASSUNTI GRATIS DI ECONOMIA]


In una classe delle scuole elementari di Riccione, c’è un bambino che soffre di epilessia. In quella classe, insegna una maestra speciale. Speciale come gli allievi di quella classe. Più di una classe, quasi una famiglia. Numerosa. Una classe fatta di bambini che prima ancora di imparare la lezione normale, imparano la vita. Imparano cosa significhi aiutare gli altri. In quella classe nessuno è lasciato solo. Quel bambino affetto da epilessia ha tanti amici prima ancora che semplici compagni di classe. La realtà non è taciuta come in ogni buona famiglia. E come in ogni buona famiglia, tutti sono chiamati a dare una mano. La maestra sa bene che il suo ruolo di educatrice passa molto al semplice libro di testo. In questo cammino, accompagna i suoi piccoli allievi. Uno di loro ha un problema, e tutti quindi hanno un compito, lo stesso. Aiutare nel bisogno.

A ognuno di loro è stato impartito un compito, che può andare dal procurare il cuscino, ad avvisare il bidello, al chiamare un insegnate di un’altra aula nel caso ci sia la necessità. C’è anche chi ha il compito di prendere un farmaco posto con cura in un determinato cassetto. Ognuno è importante, ognuno si sente così. Infatti, ognuno lo è. In un mondo dove regna il menefreghismo e l’apatia, in questa classe si insegna la vita. Un foglio di istruzioni tutto a colori. Con nomi e compiti per ricordare a tutti, costantemente, il proprio importante ruolo in quella famiglia. Per caso i genitori hanno scoperto questo. Per caso forse durante uno dei colloqui. Magari c’è stato un giorno in cui i bambini stessi hanno riferito la cosa a casa. Magari, fino ad oggi, nessuno aveva compreso l’importanza di quei gesti. È una catena fatta di anelli saldi tra di loro. In cui la forza di quella catena, è la solidarietà. Ci saranno le ore di aritmetica, di italiano, certo. Ci sarà musica, ci sarà la grammatica. Poi c’è un foglio con una bella storia da raccontare e si spera, da condividere. In ogni classe c’è qualcuno che resta indietro, vuoi per salute, vuoi per altro. Lo scoprirsi parte di una famiglia unita, può essere davvero la base per quello che ormai viene definito “un mondo migliore”. Si spera sempre ogni giorno che non ci sia mai bisogno di nessuno. Però, all’occorrenza, quel “nessuno” sarà tutto ciò che servirà. Abbiamo bisogno di maestri così per i nostri figli. Abbiamo bisogno da genitori di imparare a essere quella maestra, perché dove finisce la scuola, prosegua nelle nostre case quel mondo. Ora bambini, tra qualche anno, nemmeno troppi, saranno uomini. Si ricorderanno del loro nome su quel foglio. Si ricorderanno di quel compagno di classe. Si ricorderanno di loro stessi, sempre pronti a dare una mano.
Franco Quadalti


https://drive.google.com/file/d/1v1jeO7yr6dRx1yjMv0joaVe83eY2ZTH-/view?usp=sharing

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