I modelli del pensiero politico occidentale sono indiscutibilmente Hobbes, Grozio e Kant. La prospettiva hobbesiana viene indicata come fondamento della scuola realista e della sua concezione conflittuale della politica internazionale: soggetti esclusivi di quest’ultima sono gli Stati chiamati a difendere i loro interessi all’interno di un contesto anarchico caratterizzato esclusivamente dai rapporti di forza tra gli Stati stessi. La guerra è il mezzo risolutivo dello scontro tra differenti conflitti di interesse e l’equilibrio è l’unica condizione possibile di un ordine internazionale che invece è destinato a rimanere precario. La scuola liberista di matrice kantiana, invece è orientata ad una cooperazione tra gli Stati che fa perno sullo sviluppo economico e su istituzioni politiche adeguate a livello nazionale e internazionale. La tradizione liberale sottolinea la necessità che gli Stati si muniscano di governi e istituzioni garanti della legge contro ogni arbitrio in un progetto di istituzionalizzazione che tende a proiettarsi all’esterno dello Stato. La Società delle Nazioni sarà il primo importante esempio sul piano storico. La scuola che fa capo al pensiero di Grozio, invece, si colloca in mezzo alle due scuole sopracitate. La dottrina della guerra giusta, infatti, si situa in un contesto che prevede l’idea di una società anarchica degli Stati e l’esistenza di vincoli derivanti dal diritto naturale destinati a temperarne i conflitti. Il moderno pensiero politico occidentale àncora la problematica della guerra e della pace alla realtà effettiva dello Stato e del sistema internazionale degli Stati affermatosi con la pace di Westfalia, la pace che segna in Europa la fine della Guerra dei Trent’anni.
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