domenica 23 luglio 2017

Blue whale, il gioco della morte [DOWNLOAD DISPENSE GRATIS]

BLUE WHALE/BALENA BLU
“Mi sto tagliando, e non sai che male che fa!”
Perché “Blue Whale”? Per via delle balene a spiaggiarsi e morire!


È quasi psicosi sulla “sfida” che spingerebbe gli adolescenti all’autolesionismo.
“Non avete molto tempo. Dovete intervenire subito perché mi ha detto che fra poche ore si ucciderà come una delle prime vittime della Balena Blu. E mi ha anche detto che le dispiaceva essere arrivata solo a metà percorso ma che non sopportava più di vivere. E che il gioco lo avrebbe terminato suicidandosi sui binari del treno”.
È un fiume in piena l’amica di chat di Sara, 15 anni, di Fiumicino (il nome è di fantasia), che ha raccontato tutto in una telefonata disperata alle forze dell’ordine. Sara aveva deciso l’epilogo e doveva essere come quello di una delle prime vittime del “gioco”, alla quale il suo “curatore” aveva destinato una morte atroce ma soprattutto diversa dalle altre, affinchè diventasse l’EROINA del “gioco”, alla quale tutti i giocatori potevano ispirarsi.

Blue Whale, la sfida social che porterebbe i ragazzi ad affrontare cinquanta prove estreme in cinquanta giorni, fino al suicido.
È stato inopportunamente chiamato “gioco” e consisterebbe nel compiere una serie di gesti al limite, come camminare sull’orlo dei binari, da immortalare e condivide online.
Non voglio assolutamente negare a voi lettori le regole del “gioco mortale”, perché credo sia doveroso esserne a conoscenza per capire al meglio di cosa sto parlando.
Di seguito le 50 regole:
1.    Incidersi sulla mano, con il rasoio, “f57” e inviare una foto al “curatore”;
2.    Alzarsi alle 4:20 del mattino e guardare video psichedelici e dell’orrore che il “curatore” invia direttamente;
3.    Tagliarsi il braccio con un rasoio lungo le vene, ma non tagli troppo profondi. Solo 3 tagli, poi inviare la foto al “curatore”;
4.    Disegnare una balena su un pezzo di carta e inviare una foto al “curatore”;
5.    Se si è pronti a “diventare una balena” incidere “yes” su una gamba. Se non si è pronti, tagliarsi molte volte. Ci si deve punire;
6.    Sfida misteriosa;
7.    Incidere sulla mano con il rasoio “f57” e inviare foto al “curatore”;
8.    Scrivere “#i_amo_whale” nello status di Facebook;
9.    Superare la paura;
10.    Svegliarsi alle 4:20 del mattino e andare sul tetto di un palazzo altissimo;
11.    Incidere con il rasoio una balena sulla mano e inviare la foto al “curatore”;
12.    Guardare video psichedelici e dell’orrore tutto il giorno;
13.    Ascoltare musica inviata dai “curatori”;
14.    Tagliare il labbro;
15.    Passare un ago sulla mano più volte;
16.    Procurarsi del dolore, farsi del male;
17.    Andare sul tetto del palazzo più alto e stare sul cornicione per un po’ di tempo;
18.    Andare su un ponte e stare sul bordo;
19.    Salire su una gru;
20.    Il “curatore” controlla se si è affidabili;
21.    Avere una conversazione con una “balena” (con un altro giocatore o con un “curatore”) su Skype;
22.    Andare su un tetto e sedere sul bordo con le gambe a penzoloni;
23.    Un’altra sfida misteriosa;
24.    Compito segreto;
25.    Avere un incontro con una “balena”;
26.    Il “curatore” dirà la data della morte e il “giocatore” deve accettarla;
27.    Svegliarsi alle 4:20 del mattino e andare a guardare i binari di una stazione ferroviaria
28.    Non parlare con nessuno per tutto il giorno;
29.    Fare una nota vocale dove il “giocatore” afferma di essere una “balena”;
Dalla 30 alla 49. Ogni giorno svegliarsi alle 4:20 del mattino, guardare i video horror, ascoltare la musica che il “curatore” invia, fare un taglio, al giorno, sul corpo, parlare a una “balena”;
     50. Saltare da un edificio alto. “PRENDETEVI LA VOSTRA VITA”.


Si chiama “Blue Whale”. È una balena blu che trascina nell’abisso gli adolescenti, i giovanissimi più fragili che vivono e si nutrono del virtuale, che cercano di costruire la propria identità fuori dagli schemi usuali, senza mai mettersi in gioco fino in fondo. Il web nasconde le emozioni.
Maschera le debolezze e fa sentire meno insicuri. Sono queste le prede facili dei “giochi mortali” o dell’esibizionismo estremo che diventa un marchio indelebile sulla pelle.
Sara, la ragazza di cui vi ho parlato, introducendo l’articolo, avrebbe dovuto appoggiare la testa sui binari del treno, aspettando che questo passasse, mentre nelle sue orecchie suonava una macabra musica che l’avrebbe accompagnata alla morte.
Oggi la quindicenne di Fiumicino deve la sua vita all’amica di chat che ha creduto alle sue idee suicide e ha chiamato la polizia raccontando la storia.
“Mi sono ripetuta più volte che Sara aveva paura del dolore e che mai si sarebbe autolesionata. E invece non era così. Ho dovuto ingoiare un altro boccone amaro perché quando le ho raccontato che sapevo ormai tutto e che sarebbe arrivata la polizia postale a sequestrare le chat, lei è scoppiata a piangere e mi ha fatto vedere un taglio sull’addome. Un taglio puntellato come se si fosse incisa con un oggetto appuntito. Era una delle tappe previste”.
Ad oggi la “Blue Whale” ha ucciso 157 adolescenti in Russia e solo uno dei tutor è stato arrestato. Il suo nome è Philipp Budeikin, ha 22 anni e al momento dell’arresto ha detto di non essere assolutamente pentito: “I ragazzi sono felici di morire. Il mio obiettivo è quello di pulire la società. Ci sono tanti scarti biologici”.
La Polizia Postale e delle Comunicazioni sta osservando il fenomeno, le loro indagini si concentrano sull’identificazione di adulti, giovani o gruppi di persone che inducono via web bambini e ragazzi ad esporsi ad un rischio concreto per la loro vita. È importante che si segnalino casi di rischio associati a questa pratica. Ogni informazione utile contribuisce a potenziare l’azione della loro azione di protezione dei bambini e dei ragazzi in rete.
Non dimenticate, voi lettori, voi genitori, di vigilare sui figli, di ascoltarli, di comunicare con loro, perché esistono situazioni che, il più delle volte, non hanno un ritorno e che stanno portando alla luce un substrato di patologie e malesseri profondi che si annidano nelle giovani generazioni.
Ilenia Cicatello
https://drive.google.com/open?id=0B3gEQ4Y3gvH1eTJLbjFNM2F4LUk

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