lunedì 24 luglio 2017

La terra quando non trema, brucia [DOWNLOAD DISPENSE GRATIS]



La terra quando non trema, brucia.
Esiste il fuoco sacro, quello dell'anima e quello dell'amore.
Ne esiste un altro, quello "utile", ci scalda fuori, ci tiene in vita.
Ne esiste ancora uno. Quello che non puoi comprendere.
Si, esiste un fuoco che brucia le cose buone, che si rivolta alla mano che gli da la vita. Che distrugge.
Che uccide.
Quel fuoco, più di ogni altra cosa, mi fa comprendere come non esista qualcosa che è solo buona o solo cattiva.
La natura ti aiuta se la rispetti, ma in una mano malata, diventa pericolosa.
Il bosco brucia. Le piante si piegano al vento caldo di un suono che sa di morte.
L'ho visto una volta. E per quanto tu possa non temere la fiamma viva del tuo camino, ti pietrifica all'istante. Si divora i tuoi primi pensieri e le tue parole di rabbia e paura. Ti spazza via. Ti fa sentire piccolo.

Ti fa sentire niente.
C'è qualcuno dietro a ogni incendio che si sente il padrone. C'è una mano malata. Una mente senza perdono.
Un cuore freddo. Mi sono sempre chiesto cosa nasconda la mano che appicca un incendio. Cosa ci sia dietro a quella mano. Qualunquista il pensiero secondo il quale la persona che appicca un incendio è semplicemente malata.
Ci deve essere di più. Un amore morboso per quella sensazione di immortalità. Se sai dominare il fuoco, sei eterno.
Allora brucia. Dagli vita. Fallo crescere. Lascialo libero.
Invece no. C'è sempre un vigliacco dietro quella mano, un uomo che scappa, che lascia il vuoto dietro di se, il silenzio e la morte.
Un vigliacco che quando catturato, si mostra per quello che è. Un luogo di ghiaccio.
Un luogo di morte, che nulla a che vedere con il fuoco. Quello vero.
Quello che alimenta la vita e non la toglie.
Le persone fredde non sanno cosa sia il fuoco. Quello dell'anima, quello buono.

Intanto l’Italia brucia, come sempre in questo periodo, come sempre e basta. Sicilia, Sardegna e poi ancora.

Dove non c’è la malattia dietro a un gesto maledetto, c’è una bravata. Che forse è ancora peggio. Un disagio sociale quando non c’è un disagio della mente. Imprevedibile, irrisolvibile quindi. Irrisolvibile purtroppo. Si arriva sempre un attimo tardi e tutto brucia.
Nel Viterbese quattro amici di cui uno solo maggiorenne fanno la bravata, come dicono loro. Solo il maggiorenne arrestato e gli altri tre deferiti alla Procura di Roma. Il futuro di questi quattro non lo saprà nessuno.
In Sicilia si consuma invece una barbaria nella barbaria. Incendi con gatti messi al rogo come innesco. Personalmente permettere una difesa alla voce “bravata” mi fa sorridere. E non sono mai stato nemmeno uno che nasconde i propri errori dietro la voce “società”.
Non nascondo anche un altro pensiero. C’è senza dubbio qualcosa di doloso in ciò che brucia, e a volte, forse, qualcosa anche di premeditato al di là della bravata.

Ci si dimentica troppo in fretta dell’odore che lascia dietro di sé un incendio. Ma in chi lo vive, resta una ferita che va al di là degli occhi.
Franco Quadalti


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