sabato 20 gennaio 2018
Fare del male per gioco [DOWNLOAD DISPENSE APPUNTI RIASSUNTI PDF GRATIS]
A Napoli continua la violenza giovanile nelle strade. "Violenza assurda", afferma il questore. "Chi sarà il prossimo?" si chiede la mamma del 15enne aggredito all'ingresso della stazione metro linea 1 di Chiaiano, nella periferia settentrionale del capoluogo.
Gaetano, 15 anni, è stato assalito da un branco di una quindicina di ragazzini.
Adesso è in ospedale, dove a seguito di un'operazione gli è stata asportata la milza lesionata. Era in compagnia di due cugini e stava andando a Qualiano quando è stato preso di mira da un gruppo di giovanissimi, coetanei.
E dopo il ferimento del figlio 15enne la mamma lancia un appello: "Chi ha visto qualcosa che può servire alla forze dell'ordine ci aiuti e sporga denuncia", ha detto. E ha aggiunto: "Tutto questo deve finire".
Parla di "assurda e immotivata violenza aggressiva di un branco" il questore di Napoli che assicura che si stanno estrapolando immagini e ricostruendo i fatti e si hanno elementi investigativi su cui orientare le indagini.
Il questore chiama in causa il contesto ambientale ma anche l'assenza di collaborazione dei cittadini: "Anche questa volta nessuno ci ha chiamato per raccontarci quanto successo".
Dalla ricostruzione dell'accaduto è emerso che il branco di ragazzi ha preso di mira un gruppetto di adolescenti per futili motivi, composto da una quindicina di persone.
I due cugini della giovane vittima sono riusciti a evitare il peggio, il terzo invece è rimasto in balia degli aggressori che hanno infierito su di lui con pugni e calci, poi lo hanno lasciato a terra ferito. Per fortuna poco dopo ha incontrato il papà di un suo amico che lo ha accompagnato a Melito. A casa, è apparso subito in condizioni tali da richiedere l’intervento dei medici.
Da un “gioco” si è sfiorata la tragedia.
La vita, per queste persone, si basa sulla violenza, vista come un “gioco”, come mezzo per sentirsi “grandi”, “adulti”.
Il primo pensiero?
Le famiglie di ognuno di questi ragazzi che esempio danno, si interessano della vita dei loro figli, della loro crescita, del loro stile di vita?
Non si vuole insinuare che la colpa sia della famiglia, ma da essa nascono le basi per una nuova vita che abbia delle regole che riguardano l’etica e la morale, anche se la società in cui viviamo, purtroppo, non aiuta e non dà stimoli positivi per socializzare, per dare importanza ad una corretta educazione, per diventare “uomini” con buoni principi.
Perché si innescano “micce mentali” basate sul “fare del male” invece di creare rapporti “sani”?
Siamo persone e ci distinguiamo dalle bestie perché abbiamo un
“cervello”, perché non usarlo?
Non è vita questa, se uscendo dobbiamo aver paura di tornare a casa feriti o non tornare più.
“Il cervello: se lo coltivi funziona. Se lo lasci andare e lo metti in pensione si indebolisce. La sua plasticità è formidabile. Per questo bisogna continuare a pensare.” (Rita Levi-Montalcini)
Ilenia Cicatello
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