mercoledì 3 gennaio 2018

I bimbi dimenticati [DOWNLOAD DISPENSE APPUNTI RIASSUNTI PDF GRATIS]


Da bambino ho fatto di tutto, anche di peggio. Bere da una pozzanghera così, per scherzo, come se fossi un cane. Come se fossi un animale stanco oppure semplicemente di passaggio. Ricordo di averlo fatto. Abitavo in una via privata con la strada ghiaiata. Abbastanza dissestata a dire il vero e quando passavano furgoni o camioncini, la situazione peggiorava. Durante gli acquazzoni estivi le buche profonde si riempivano di pioggia, di polvere. Eravamo bambini quando giocavamo alla guerra e correndo passavano apposta dentro a queste pozzanghere che ci sembravano fossati da saltare.

Sporchi e felici. E ricordo in un pomeriggio in cui ero un americano al fronte, fermarmi davanti a una pozzanghera con il mio fucile. Inginocchiarmi e bere. Ero un soldato e non avevo paura. I miei cugini e i miei amici erano soldati come me, e ridevano, e urlavano, e incitavano. Era solo un gioco. Uno stupido gioco di guerra e fame. Guardo da adulto quella foto e mi chiedo se è semplice ipocrisia dire che si parla di Argentina. Quella non è la pozzanghera in un marciapiede. È la tomba della civiltà moderna. Quella non è una bambina Argentina che ha sete. Siamo tutti. In ginocchio a chiedere l’elemosina. A chiedere perdono. Non importa se dopo quella foto sono arrivati gli aiuti e quella bambina come pure gli altri bambini della comunità sono stati sfamati e dissetati. Quella bambina esiste. E con lei quel gesto. Per un attimo ho pure creduto che fosse stata felice di trovare dell’acqua. Invece magari ha paura. Ha freddo dentro. La colpa è di tutti. Non è Argentina. È il mondo intero. Una foto rubata, in mezzo agli alberi. Non ci si doveva far sentire. Voglio pensare che oltre al fatto di immortalare un pezzo di mondo, ci fosse anche il silenzio dovuto al rispetto. Non immagino parole da dire o pensieri troppo articolati da fare. Una bambina trova dell’acqua, beve. E non le importa dove si trova. Non è un gioco. Non sta giocando ai soldati. Sta sopravvivendo al caldo. Non sono certo le alte temperature le nostre colpe. Sono la fame, la sete, le malattie. Sono l’abbandono totale del debole. Sono il menefreghismo, lo spreco, il fanatismo. Ormai siamo marchiati a fuoco, come gli animali da macello. Ma la differenza è che noi non siamo animali, siamo peggio. La peggiore razza. Se un cane si ferma a una pozzanghera a bere ci fa sorridere. Se è una bambina a farlo, deve fare orrore. Un albero con le sue radici scoperte sembra seguire le orme della bambina. Lancia le sue radici sotto e sopra la terra, diramandosi, cercando ogni goccia possibile. Esiste il mondo degli adulti. Quelli che decidono, quelli che comandano, anche quelli che ubbidiscono. Quelli che spendono e quello che rubano, uccidono. Quelli che inventano. Quelli che sperano e quelli che pregano. Esiste il mondo dei bambini. C’è il mondo dei bambini felici, poi ci sono quelli sorridenti. Quelli istruiti, quelli sani e quelli ammalati. C’è il mondo dei bambini dimenticati. Quelli silenziosi, che si inginocchiano come gli adulti ma non pregano. Cercano di sopravvivere, come possono, mentre il resto del mondo va avanti.
Franco Quadalti

https://drive.google.com/file/d/1WrkLOOWG3I_89wWWl3rdfudgiGStX4ur/view?usp=sharing

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