martedì 19 dicembre 2017
Giethoorn, indietro nel tempo [DOWNLOAD DISPENSE APPUNTI RIASSUNTI PDF GRATIS]
A 120 Km da Amsterdam esiste un luogo che pare venuto dal passato. In effetti è da li che proviene. Un luogo dove il tempo sembra essersi fermato, un piccolo villaggio di 3000 anime. Fondato nel XIII secolo da una setta religiosa protestante, i cosiddetti Flagellanti, i cui membri, per sfuggire alle persecuzioni, decisero di rifugiarsi nella provincia olandese di Overijessel, proprio nel cuore di quello che oggi è il parco nazionale Weerribben-Wiede. Cosa c’è di così particolare in questo luogo? Cosa lo rende fuori dal tempo? O meglio, cosa lo riporta al tempo passato? Semplice, a Giethoorn non ci sono strade, non ci sono auto, mezzi di trasporto diversi da una barca. I più pigri possono avvalersi dell’uso di una bicicletta. Solo dei canali dividono le case, corsi d’acqua che collegano in maniera completa e suggestiva ogni parte di questo villaggio. I mezzi di trasporto quindi restano le gambe o il “punter”, una tipica imbarcazione. Guardo le foto e la prima cosa che mi viene in mente è “che meraviglia”. Un’oasi immersa nel verde, in cui, a detta degli abitanti, non manca nulla. Non manca nulla di veramente indispensabile. Non esiste tecnologia, con i suoi pregi, ma anche con i suoi difetti. Un Paradiso insomma. Qualcosa di unico.
Qui non esiste smog, non esiste il patema del parcheggio, non esiste la fretta, probabilmente l’ansia. La chiamano la Venezia del Nord, anche se di veneziano ha ben poco se non forse l’acqua come unica via. Un ambiente troppo articolato e impervio per essere stravolto dalla globalizzazione. Qui immagino il silenzio come unico sovrano. La quiete. Potrei chiedermi cosa manca all’uomo comune per scegliere questa strada per il proprio futuro, ma forse siamo ormai troppo abituati al caos, alla frenesia, per potere, anzi, per essere realmente in grado di abbandonare le nostre ansie e le nostre depressioni dovute alla fretta. Attaccati ai nostri mali scegliamo l’asfalto. Qui non si corre se non a piedi in mezzo al verde. Qui si respira la vita. Avranno pur sempre i problemi della gente comune, ma li risolvono in un luogo decisamente migliore. Io ci andrei, ecco. Io ci vivrei. Fosse anche solo per il parcheggio. Fosse anche solo per il traffico. In ogni “fosse anche solo” c’è una domanda. Perché non farlo? Loro hanno scelto. A due ore da Amsterdam, dove c’è l’Europa che corre, esiste un villaggio fatto di persone come noi, ma diverse, nelle scelte. Sfoglio ancora le foto di Giethoorn e più le guardo e più mi piace. Verde ovunque, e fiori, e alberi e barchette. E ancora piante, due bicilette, case basse e circondate da prati verdi come se fosse un film. Mi chiedo di cosa vivano, ma poco importa, loro lo fanno. Mi chiedo come si affronta la vita così. Ma non serve una risposta. Loro non andrebbero via da quella favola. Avevo sentito parlare di luoghi del genere. Alcuni li chiamano i villaggi degli Elfi. Credo non sia la stessa cosa ma ci si avvicina molto. Credo che se solo a vedere questo posto in foto, viene voglia di scappare da qui, allora viverci deve essere come in quelle storie in cui alla fine puoi fermarti a riposare. La natura e la volontà dell’uomo di preservarla crea miracoli. Qui a Giethoorn non manca nulla in fondo. Anzi, questo è un luogo che certamente ha qualcosa in più.
Franco Quadalti
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