martedì 19 dicembre 2017
Giethoorn, indietro nel tempo [DOWNLOAD DISPENSE APPUNTI RIASSUNTI PDF GRATIS]
A 120 Km da Amsterdam esiste un luogo che pare venuto dal passato. In effetti è da li che proviene. Un luogo dove il tempo sembra essersi fermato, un piccolo villaggio di 3000 anime. Fondato nel XIII secolo da una setta religiosa protestante, i cosiddetti Flagellanti, i cui membri, per sfuggire alle persecuzioni, decisero di rifugiarsi nella provincia olandese di Overijessel, proprio nel cuore di quello che oggi è il parco nazionale Weerribben-Wiede. Cosa c’è di così particolare in questo luogo? Cosa lo rende fuori dal tempo? O meglio, cosa lo riporta al tempo passato? Semplice, a Giethoorn non ci sono strade, non ci sono auto, mezzi di trasporto diversi da una barca. I più pigri possono avvalersi dell’uso di una bicicletta. Solo dei canali dividono le case, corsi d’acqua che collegano in maniera completa e suggestiva ogni parte di questo villaggio. I mezzi di trasporto quindi restano le gambe o il “punter”, una tipica imbarcazione. Guardo le foto e la prima cosa che mi viene in mente è “che meraviglia”. Un’oasi immersa nel verde, in cui, a detta degli abitanti, non manca nulla. Non manca nulla di veramente indispensabile. Non esiste tecnologia, con i suoi pregi, ma anche con i suoi difetti. Un Paradiso insomma. Qualcosa di unico.
Qui non esiste smog, non esiste il patema del parcheggio, non esiste la fretta, probabilmente l’ansia. La chiamano la Venezia del Nord, anche se di veneziano ha ben poco se non forse l’acqua come unica via. Un ambiente troppo articolato e impervio per essere stravolto dalla globalizzazione. Qui immagino il silenzio come unico sovrano. La quiete. Potrei chiedermi cosa manca all’uomo comune per scegliere questa strada per il proprio futuro, ma forse siamo ormai troppo abituati al caos, alla frenesia, per potere, anzi, per essere realmente in grado di abbandonare le nostre ansie e le nostre depressioni dovute alla fretta. Attaccati ai nostri mali scegliamo l’asfalto. Qui non si corre se non a piedi in mezzo al verde. Qui si respira la vita. Avranno pur sempre i problemi della gente comune, ma li risolvono in un luogo decisamente migliore. Io ci andrei, ecco. Io ci vivrei. Fosse anche solo per il parcheggio. Fosse anche solo per il traffico. In ogni “fosse anche solo” c’è una domanda. Perché non farlo? Loro hanno scelto. A due ore da Amsterdam, dove c’è l’Europa che corre, esiste un villaggio fatto di persone come noi, ma diverse, nelle scelte. Sfoglio ancora le foto di Giethoorn e più le guardo e più mi piace. Verde ovunque, e fiori, e alberi e barchette. E ancora piante, due bicilette, case basse e circondate da prati verdi come se fosse un film. Mi chiedo di cosa vivano, ma poco importa, loro lo fanno. Mi chiedo come si affronta la vita così. Ma non serve una risposta. Loro non andrebbero via da quella favola. Avevo sentito parlare di luoghi del genere. Alcuni li chiamano i villaggi degli Elfi. Credo non sia la stessa cosa ma ci si avvicina molto. Credo che se solo a vedere questo posto in foto, viene voglia di scappare da qui, allora viverci deve essere come in quelle storie in cui alla fine puoi fermarti a riposare. La natura e la volontà dell’uomo di preservarla crea miracoli. Qui a Giethoorn non manca nulla in fondo. Anzi, questo è un luogo che certamente ha qualcosa in più.
Franco Quadalti
lunedì 18 dicembre 2017
Riassunto Istituzioni Diritto privato Torrente [DOWNLOAD DISPENSE APPUNTI RIASSUNTI GRATIS DI GIURISPRUDENZA]
DIRITTO PRIVATO TORRENTE
SITUAZIONI GIURIDICHE SOGGETTIVE
Rapporto Giuridico: relazione tra due soggetti regolata dall’ordinamento. Rapporto giuridico particolare situazione giuridica>>soggetto attivo, passivo; parti-terzo.
Situazione giuridica può consistere>>rapporto giuridico, qualificazione di
persone(capace, coniuge), o di cose(demanialità…).
Diritto Soggettivo(attivo): potere di agere licere per soddisfare proprio interesse individuale protetto dall’ordinamento.
Potestà e Uffici: non sono liberi>>diritti-doveri>>esercitano certi poteri d’azione nell’interesse altrui(padre, tutore).
Facoltà: sono dipendenti dal diritto stesso in quanto sono in esse comprese; non si prescrivono se non si prescrive il diritto stesso(appore confini).
Aspettativa: interesse preliminare del soggetto tutelato in via strumentale.
Esercizio del diritto e realizzazione>>2 momenti differenti. La realizzazione può essere spontanea o coattiva; L’abuso del diritto soggettivo è un caso particolare>>se non diversamente disposto qui iure suo utitur neminem laedit.
Tipi di diritto: assoluti, relativi, potestativi(chiedere divisione di un bene comune). Interesse: si intende qualunque bene, vantaggio, utilità costituente obbiettivo o movente dell’agire di un soggetto. Si distingue in pubblico e privato; se l’interesse riceve piena tutela giuridica>>diritto soggettivo.
Interesse legittimo: in ambito di rapporti tra privati e pubblici poteri>>potere del singolo di verificare corretto esercizio del potere pubblico.
L’atto può essere impugnato al TAR per: vizio di incompetenza, violazione di legge, eccesso di potere. Dal 1999 cassazione>>ammissibile risarcimento del danno per violazione interesse legittimo.
Diritto soggettivo(passivo): può consistere in un obbligo o un generico dovere di astensione. Particolare è la figura dell’onere>>esercizio di un potere è condizionato da un adempimento(non prevede sanzione per inattuazione).
Acquisto di un diritto a:
titolo originario>>sorge a favore di una persona senza esserle trasmesso(occupazione, usucapione, possesso res nullius).
titolo derivativo>>trasmesso da una persona ad altra di due tipi: .....
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Il metodo comparativo Costantinesco [DOWNLOAD DISPENSE APPUNTI RIASSUNTI GRATIS DI GIURISPRUDENZA]
IL METODO COMPARATIVO - COSTANTINESCO
Il metodo comparativo costituisce ancora uno strumento di lavoro che dipende dall’esperienza personale e che, in quanto tale, è insicuro e impreciso; i numerosi studi in materia hanno prodotto soltanto un insieme di osservazioni frammentarie, spesso contraddittorie e sempre incomplete. I più importanti problemi metodologici rimangono irrisolti e possono essere individuati solo con uno studio sistematico per orientare l’indagine verso soluzioni valide.
ELEMENTI E PROBLEMI DEL METODO COMPARATIVO
Carattere frammentario e incompleto degli studi sul metodo comparativo Nonostante l’esistenza di parecchie opere sui diversi aspetti metodologici, manca ad oggi uno studio dettagliato sul funzionamento e sui problemi specifici posti dal metodo comparativo.........
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Il metodo comparativo Costantinesco
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Elementi di sociologia del Diritto [DOWNLOAD DISPENSE APPUNTI RIASSUNTI GRATIS DI GIURISPRUDENZA]
La sociologia del diritto si può definire come la scienza che studia il diritto come modalità d’azione sociale. Studiare il diritto come modalità d’azione significa indagare sulle azioni umane che ad esso si ispirano, comprenderne il senso e verificare se esso sia socialmente condiviso, descriverle nel loro corso temporale, individuarne gli effetti concreti e ricondurre tali indagini ad una visione teorica complessiva che dia conto della posizione che in un ambito di relazioni sociali ricopre il diritto, visto nel suo complesso e nelle sue parti.
Da questa definizione risulta che il sociologo del diritto affronta lo studio del diritto da una prospettiva differente rispetto a quella del giurista impegnato nell'analisi e nell'applicazione del diritto positivo, agli occhi del quale il diritto viene assunto come un elemento costante, il presupposto e l'orizzonte del suo operare. Al contrario, al sociologo il diritto compare come una variabile, da considerare e misurare in relazione ad altre variabili che influiscono sull’azione umana.
Un esempio è rappresentato dalla legge 1 dicembre 1970, n. 898, Disciplina dei casi di scioglimento di matrimonio. Di fronte a questa norma il compito del giurista consiste nel risolvere i quesiti interpretativi che essa pone e indicarne l’interpretazione teoricamente più corretta. Questo compito interpretativo, il giurista lo affronterà avendo riguardo della la lettera della norma in questione, alla sua funzione teorica (ratio) ai suoi rapporti con le altre norme e ai principi generali dell’ordinamento. Su queste basi formulerà il suo giudizio......
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Microeconomia dal manuale Mankiw [DOWNLOAD DISPENSE APPUNTI RIASSUNTI GRATIS DI ECONOMIA]
Un economista per spiegare un evento economico può effettuare due tipi di analisi:
Analisi positiva: è un’analisi prescrittiva, e descrive il mondo com’è.
Analisi Normativa: è un’analisi descrittiva che descrive il mondo come dovrebbe essere.
I modelli economici:
Gli economisti, tramite i modelli economici, spiegano, a grandi linee, com’è organizzato un sistema economico.
Il diagramma di flusso circolare: Secondo tale modello, nel sistema economico, agiscono due tipi di soggetti: imprese e individui. Le imprese producono beni e servizi utilizzando i fattori produttivi (lavoro, terreni e capitale), mentre gli individui sono i proprietari dei fattori di produzione, e consumatori dei beni e servizi prodotti.
Imprese e individui agiscono in due tipi di mercati. Nei mercati di beni e servizi, gli individui sono i compratori e le imprese i venditori, mentre nei mercati di fattori produttivi le imprese sono i compratori mentre gli individui sono i venditori.
Frontiera delle possibilità di produzione: è un grafico nella quale vengono mostrate tutte le possibili combinazioni di beni che il sistema può produrre, date le risorse disponibili e la tecnologia utilizzabile.
Una combinazione di produzione, è detta efficace se tutte le risorse vengono utilizzate in maniera efficiente, al contrario si avrà una combinazione inefficiente.
N.B_: L’economia è suddivisa in due discipline: la microeconomia che studia i rapporti singoli fra imprese e individui. La macroeconomia riguarda i rapporti del sistema economico nel suo complesso.
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Microeconomia dal manuale Mankiw
Biotestamento, Diritto alla vita [DOWNLOAD DISPENSE APPUNTI RIASSUNTI PDF GRATIS]
“Ogni persona maggiorenne e capace di intendere e di volere, in previsione di futura incapacità di autodeterminarsi, e dopo aver acquisito adeguate informazioni mediche sulle conseguenze delle sue scelte, può, attraverso disposizioni anticipate di trattamento (Dat), esprimere le proprie volontà in materia di trattamenti sanitari, compresi il consenso o il rifiuto a idratazione e nutrizione artificiali”. Con 180 "sì", 71 "no" e 6 astenuti l'Aula del Senato ha approvato il DDL sul trattamento biologico. Il provvedimento alla fine, diventa legge. La norma disciplina il consenso informato del paziente ai trattamenti sanitari e agli accertamenti diagnostici, interviene in tema di terapia del dolore, divieto di ostinazione irragionevole nelle cure e dignità nella fase finale della vita, introduce l'istituto delle Disposizioni anticipate di volontà (Dat) e lo strumento della pianificazione condivisa delle cure. Alla fine vince la vita, che non significa necessariamente vivere. Significa scegliere. Significa essere liberi. Liberi di pensare, di decidere, di restare, di andarsene. La vita insomma, quella cosciente, quella vera. Il contrario di questa parola, nel suo significato, non è “morte” ma sopravvivere. Io la vedo così. Non siamo liberi mai. È qualcosa più forte di noi.
Abbiamo bisogno delle catene per sentirci parte di questo mondo. Chissà poi perché scegliamo di restare piantati a terra anziché volare e vediamo con occhi puliti solo negli ultimi attimi. Quelli che precedono il buio terreno, il freddo. Solo in quel momento vogliamo toglierci tutti i fardelli che ci tengono incatenati e vogliamo essere liberi. Il Biotestamento dice questo. Se vuoi, puoi scegliere. Sei libero adesso. Da adesso. Quando la vita ti ha girato le spalle, puoi restituirle il favore e lasciarti andare. Metto da parte il cinismo e guardo meglio. Questa legge dice che quando la vita inizi a sentirla davvero addosso, puoi afferrarla con tutto te stesso e scegliere dove andare. Almeno una volta, almeno quella. La parte romantica di me vede in questa legge l’ultimo scoglio di una schiavitù imposta, dovuta o voluta. È un “non trattenermi, voglio andare via”. Mina Welby, intervistata subito dopo, con un sorriso che dice tutto, accarezza un’idea: "Anche chi ha votato contro nel profondo del cuore la approva". E credo che abbia ragione. Al di là di ogni mero interesse, di ogni ipocrisia, di ogni timore o paura sulla questione morte, ogni persona sa cosa è giusto, cosa vorrebbe per sé, cosa significa la parola libertà. Non ci sarà più bisogno quindi di andare altrove per lasciarsi andare. Non sarà più necessario sentirsi liberi dovendo fuggire. Vince la parte buona stavolta. Vince il cuore appunto come dice dice Mina Welby. Chi ha votato contro, come mai prima d’ora, forse per un attimo ha sperato di non contare, di non essere visto. Forse chi ha votato contro si è nascosto così tanto da permettere alla vita di vincere. Troppe volte scelgono gli altri per noi, per sciocchezze anche. Troppe volte per le cose importanti invece lasciamo che siano gli altri a decidere per noi. Alla fine del viaggio, da ora, non ci sarà più bisogno e non si dovrà più farlo. Si comprenderà il vero valore dell’essere senza pesi. Si comprenderà una volta ancora il vero significato della parola libertà.
Franco Quadalti
venerdì 8 dicembre 2017
L'importanza della pena [DOWNLOAD DISPENSE APPUNTI RIASSUNTI PDF GRATIS]
“La pena è la conseguenza giuridica di un reato, cioè la sanzione predisposta per la violazione di un precetto penale”.
Può anche essere definita come la sofferenza, comminata dalla legge penale.
Presupposti per la sua applicazione: presenza di un ordinamento giuridico positivo; presenza di precetti penali; possibilità di identificare certe condotte come meritevoli di una specifica sanzione.
La pena può svolgere varie funzioni, una funzione meramente retributiva (o assoluta), una funzione di prevenzione generale e una funzione di prevenzione speciale.
Secondo la teoria meramente retributiva, la sanzione penale deve servire a punire il colpevole per il male provocato dalla sua azione illecita: l'idea retributiva implica il concetto di personalità, di determinatezza, di proporzionalità e di inderogabilità della pena medesima.
Secondo la teoria della prevenzione generale, la pena ha la funzione di eliminare o attenuare le verosimili cause della criminalità mediante attività di carattere legislativo, amministrativo, sociale e culturale; rivolte a tutti i consociati, rendendo i cittadini partecipi convinti dei valori sociali su cui si fonda una determinata comunità e la sua legge penale.
Secondo la teoria della prevenzione speciale, la pena svolge un compito intimidatorio volto alla dissuasione del singolo (condannato) dal commettere nuovi reati e, contemporaneamente, compiti rieducativi e correttivi che le varie modalità di esecuzione (misure alternative, sostitutive, accessorie) dispiegano sui condannati.
La prevenzione speciale si divide in prevenzione speciale post delictum che mira ad evitare che colui, che ha già commesso un reato, ne commetta altri; prevenzione speciale ante delictum che mira ad evitare che il soggetto, in ragione della sua concreta pericolosità, cada nel delitto; prevenzione speciale sociale insieme di attività di controllo, assistenza, solidarietà sociale, volte a favorire il reinserimento sociale del soggetto rimesso in libertà.
Il trattamento penitenziario deve essere conforme ad umanità e deve assicurare il rispetto delle dignità della persona.
Il trattamento è improntato ad assoluta imparzialità, senza discriminazioni in ordine a nazionalità, razza e condizioni economiche e sociali, a opinioni politiche e a credenze religiose.
Negli istituti devono essere mantenuti l'ordine e la disciplina. Non possono essere adottate restrizioni non giustificabili con le esigenze predette o, nei confronti degli imputati, non indispensabili a fini giudiziari.
Il trattamento degli imputati deve essere rigorosamente informato al principio che essi non sono considerati colpevoli sino alla condanna definitiva.
Nei confronti dei condannati e degli internati deve essere attuato un trattamento rieducativo che tenda, anche attraverso i contatti con l'ambiente esterno, al reinserimento sociale degli stessi. Il trattamento è attuato secondo un criterio di individualizzazione in rapporto alle specifiche condizioni dei soggetti.
L'articolo 41-bis (Situazioni di emergenza) della Legge 26 luglio 1975, n. 354 Norme sull’ordinamento penitenziario e sull’esecuzione delle misure privative e limitative della libertà, comunemente chiamato Regime di carcere duro, prevede la possibilità per il Ministro della Giustizia di sospendere l'applicazione delle normali regole di trattamento dei detenuti previste dalla stessa legge in casi eccezionali di rivolta o di altre gravi situazioni di emergenza per alcuni detenuti (anche in attesa di giudizio) incarcerati per reati di criminalità organizzata, terrorismo, eversione ed altri tipi di reato.
Il regime si applica a singoli detenuti ed è volto ad ostacolare le comunicazioni degli stessi con le organizzazioni criminali operanti all'esterno, i contatti tra appartenenti alla stessa organizzazione criminale all'interno del carcere ed i contrasti tra gli appartenenti a diverse organizzazioni criminali, così da evitare il verificarsi di delitti e garantire la sicurezza e l'ordine pubblico anche fuori dalle carceri.
“Quando la pena sarà più pronta e più vicina al delitto commesso ella sarà tanto più giusta e tanto più utile”. (Cesare Beccaria)
Ilenia Cicatello
giovedì 7 dicembre 2017
Sentirsi grandi usando la violenza [DOWNLOAD DISPENSE APPUNTI RIASSUNTI PDF GRATIS]
Due baby bulli sono stati arrestati, un 17enne e un 14enne, per aver costretto un 15enne a subire una serie di atti osceni in un bagno pubblico, prima di entrare a scuola.
La vittima è stata costretta a spogliarsi e a compiere atti di autoerotismo, gesti ripresi con uno smartphone e diventati virali in rete.
La vittima è stata obbligata a consegnare ai suoi aguzzini il giubbotto e le scarpe, per riavere quest’ultimi avrebbe dovuto pagare 10 euro a pezzo.
Le accuse sono di sequestro di persona, violenza sessuale, rapina, pornografia minorile ed estorsione.
I fati sono accaduti il 21 novembre.
I bulli hanno avvicinato la vittima e lo hanno costretto a seguirlo in un bagno pubblico.
A far scattare le indagini è stato un amico coetaneo della vittima, al quale era arrivato il video.
Il ragazzino, accortosi che si trattava del suo amico, è andato dalla madre del ragazzo mostrandogli quanto era accaduto al figlio.
Da qui scatta la denuncia.
La notizia è sconvolgente.
Non sembra che viviamo tra persone, ma piuttosto tra bestie umane.
Forse non è abbastanza l’educazione che viene data dai genitori?
Se fosse una sana educazione…
Forse non è abbastanza avere un cervello?
Se fosse carico di intelligenza…
Forse non è abbastanza la scuola?
Se venisse frequentata con la voglia di imparare…
Forse non è abbastanza sentire queste notizie tutti i giorni?
Se venissero ascoltate…
Forse non è abbastanza la società in cui viviamo?
Se non fosse malata!
Potrei continuare a farmi domande e purtroppo darei solo risposte negative, perché non viviamo più tra sani principi, perché i valori sono andati perduti, perché si sconosce il rispetto per l’altra persona, perché siamo tutti bravi a predicare, perché la verità è che la società in cui ci ritroviamo oggi è troppo impegnata a vivere una vita parallela, una vita virtuale che ci sta distruggendo!
Dovremmo utilizzare i media per l’acquisizione di nuove informazioni, per comunicare, per far passare messaggi positivi, per reagire davanti a queste ingiustizie e non per condividere uno strazio del genere, ferendo un ragazzino di 15 anni.
La società è malata ma fortunatamente esiste l’eccezione!
Se non fosse stato per l’amico della vittima, tutto sarebbe rimasto irrisolto, avrebbe vinto il silenzio, avrebbe vinto la paura, avrebbero vinto loro!
Aprite gli occhi, ascoltate ed agite!
Ilenia Cicatello
Marco Dolfin, chirurgo hi tech [DOWNLOAD DISPENSE APPUNTI RIASSUNTI PDF GRATIS]
Fin da piccoli siamo stati abituati a sapere che al mondo esistono le persone normali, gli eroi, e anche i supereroi. I primi se ne vanno in giro vestiti comunemente. Li vedi tutti i giorni, li trovi ovunque. Non fanno cose eclatanti, si svegliano, vanno al lavoro, tornano a casa, vanno a dormire. Punto. Tra loro ci sono i buoni e i cattivi. Fin da piccoli, ci insegnano anche questo. Poi ci sono gli eroi. Questi, a differenza delle persone comuni, compiono gesti di grande importanza. Sono votati al sacrificio anche della propria vita, per il bene di quella degli altri. Nessuno conosce la loro identità finché non ti imbatti in uno di loro all’azione. Se non sono nel pieno del proprio gesto eroico, non c’è modo di riconoscerli perché ahimè, come le persone comuni se ne vanno in giro vestiti in modo tradizionale. In ultimo, abbiamo i supereroi. Qui non ti puoi sbagliare, se ne vanno in giro volando, oppure con corazze luccicanti, fanno cose straordinarie, salvano le persone, arrivano con le ali o con mezzi avveniristici. Portano una maschera, un costume. Li vedi e subito sai a chi ti trovi di fronte. Gira voce che all’Ospedale San Giovanni Bosco di Torino, e più precisamente nel reparto di chirurgia ortopedica, ce ne sia uno. Mascherato, vestito di verde, arriva legato a un telaio motorizzato, dotato di tanta tecnologia. Chi lo vede arrivare resta di stucco. Ti viene accanto, ti addormenti poco dopo e ti sistema il problema.
Marco Dolfin, 36 anni, rimasto paralizzato alle gambe dopo un incidente in moto. Lo aiuta una specie di carrozzina verticale che lo tiene in piedi davanti al tavolo operatorio. Dalla rabbia dell’incidente ha saputo creare, ricrearsi di nuovo. Si è attaccato al suo amore per il lavoro. Che non è un lavoro, dice, ma una passione. Solo così si può continuare. Amando ciò che si è, passando per ciò che si può dare. Dare, donare, prevede il non abbandonare mai, il non abbandonarsi alla vita ma aggrapparsi a essa più forte che si può. Marco Dolfin l’ha fatto. Dopo la riabilitazione ha smesso di camminare con le sue gambe ma ha iniziato a correre con i pensieri arrivando a trovarsi ancora davanti a persone che hanno bisogno di lui. Ancora più di prima. Non si è fermato qui Marco. Nel 2016 ha partecipato alle Paralimpiadi di Rio, conquistando la medaglia di legno che punta a migliorare alla prossima edizione dei Giochi. E poi i suoi due gemellini, arrivati nel 2014. Lui non ha mai abbandonato la vita, la vita, di rimando, gli è accanto. Perde chi molla. Sempre. Dietro quel camice verde e quella maschera c’è un uomo normale. Dentro quella carrozzina verticale, c’è un superuomo. Si fa così. Persone normali che sanno di esserlo, persone normali che si trovano a dover diventare degli eroi. Persone normali che prendono calci dalla sfortuna e si mascherano per diventare qualcosa di diverso. Di più grande. Marco dice che quando i suoi pazienti lo vedono arrivare, hanno negli occhi una luce strana. Magari l’anestesia che sta facendo effetto. O magari no. Come si fa ad un certo punto della vita, se ti trovi faccia a faccia con un supereroe a restare calmo, sereno. Come fai a non chiederti “e adesso che succederà?”. Succede quello che deve. Sei salvo. Di alcuni non faranno mai un film ma poco importa. Importa poco anche come un uomo possa diventarlo. Per scelta, per caso, per forza. Nel dubbio a trovarselo davanti si può tentare di farsi raccontare la sua storia. Alla fine, come quando eravamo bambini, non si è mai attratti dal come, fosse un morso di un ragno, fosse la morte delle persone care, fosse un incidente con un ordigno atomico. Contano le avventure che nascono dopo aver indossato il costume, o la maschera, o l’armatura. Conta questo alla fine. Allora resta poco da raccontare del mezzo.
Marco Dolfin era una persona normale una volta. Ora è un supereroe.
Franco Quadalti
Libertà dall'inferno [DOWNLOAD DISPENSE APPUNTI RIASSUNTI PDF GRATIS]
“Eravamo tutti nella stessa prigione a Sabratha. Un mese fa, a causa della guerra, siamo stati separati in 20 gruppi di persone, caricati su dei furgoni e trasferiti a Bani Walid e poi ammassati in un’altra prigione dove abbiamo trascorso un mese. Il giorno prima della partenza siamo stati trasferiti in un altro posto…
…una spiaggia dove siamo stati costretti ad aspettare in pieno sole, senza acqua e senza cibo. L’imbarcazione ha lasciato la Libia attorno alle 6 del mattino…
…nelle prigioni venivamo picchiati con cavi elettrici. Tutti noi eravamo proprietà dello stesso uomo, ‘the boss’. Altre 600 persone appartenevano ad un altro boss. Nessuno paga lo stesso prezzo per il viaggio in mare…
…alcuni hanno pagato mille dollari mentre un altro mi ha detto di averne pagati seimila”.
Testimonia un 26enne eritreo che si trovava a bordo della nave.
Un’imbarcazione che finalmente ha raggiunto le coste siciliane.
Il “viaggio della speranza” purtroppo porta con sé condizioni disastrose.
Si rischia la vita, si paga per rischiare la vita e si obbedisce a tutto per poter sperare in quella libertà in cui si crede, come il ragazzo 26enne che testimonia una cruda realtà che noi non viviamo, a cui loro devono sottostare, che loro devono sopportare pur di essere liberi.
Ci soffermiamo sempre al pregiudizio, al fatto che “questi” stanno riempendo il nostro paese.
Ma non ci soffermiamo mai, neanche un attimo, a pensare cosa loro vivono sulla loro pelle, cosa sarebbero disposti a fare per essere felici, liberi, lontani da quell’inferno.
Fa paura sentire queste parole, fa paura la loro vita, ma loro hanno coraggio, quel coraggio che gli dà la forza di combattere e andare avanti, con sofferenza, senza nessun diritto di poter parlare, di poter scegliere, di ribellarsi, ma riescono a farcela!
“…i libici non hanno umanità”.
Cerchiamo di averla noi quell’umanità.
Ilenia Cicatello
Violenza sessuale. Prete malato [DOWNLOAD DISPENSE APPUNTI RIASSUNTI PDF GRATIS]
Violenza sessuale, produzione e diffusione di materiale pedopornografico e adescamento di minori.
Rileggendo, pensiamo che siano accuse pesanti, ma penseremmo mai che sono accuse fatte ad un prete?
Ebbene si!
Tre ragazzini, due di 15 anni e uno di 16, hanno raccontato, di fronte ai giudici, gli abusi sessuali subiti dall’ex sacerdote Giovanni Trotta, 56enne che all’epoca dei fatti, era allenatore di quei giovani in una squadra di calcio giovanile della provincia di Foggia.
I tre ragazzi hanno confermato ogni particolare, dalle foto nudi scattate a casa del sacerdote agli atti sessuali ai quali erano sottoposti, mimando gesti e raccontando episodi.
Durante il processo, hanno chiesto che i loro genitori potessero restare fuori dall’aula perché tra imbarazzo e lacrime hanno raccontato quei momenti.
È così che il trauma non va più via e segna la vita di questi ragazzini.
Hanno avuto il coraggio di parlare, di ricordare quei fatti terribili che non dimenticheranno, ma con il tempo cercheranno di accantonare per andare avanti con le loro vite.
Purtroppo sono notizie che non si sentono più raramente ma si presentano all’ordine del giorno e lesionano l’animo puro di ragazzini che dovrebbero pensare a divertirsi e non trovarsi in un’aula di tribunale ad affrontare un processo di questa entità.
Nessuno si aspetta che il colpevole sia un prete, perché lo si guarda con ammirazione, lo si tratta con rispetto, per ciò che dovrebbe rappresentare.
Ma secondo voi questo è un uomo che rispetta ciò che dice, è un uomo che mette in pratica ciò che testimonia, è un uomo?
No!
Non è un uomo, non è una persona!
Rappresenta il dolore provocato, rappresenta la sofferenza, rappresenta quei ricordi che non saranno dimenticati, che hanno sconvolto la vita di quei ragazzini che avrebbero dovuto spiccare il volo, che si sarebbero fidati di un falso esempio che ha utilizzato loro per i suoi piaceri e il suo essere “malato” dentro.
Quei ragazzini si riprenderanno la loro vita col tempo e onore a loro per il coraggio dimostrato!
Che tutti possano avere la forza e il coraggio di parlare e di liberare se stessi da quel senso di colpa e di vergogna che si portano addosso!
Non dovete essere voi a vergognarvi ma coloro che attuano tutto questo!
Agiamo se vogliamo cambiare le cose!
Ilenia Cicatello
martedì 5 dicembre 2017
Politica economica e strategie aziendali [DOWNLOAD DISPENSE APPUNTI RIASSUNTI PDF GRATIS DI ECONOMIA]
POLITICA ECONOMICA E STRATEGIE AZIENDALI
(Nicola Acocella)
Per "mano invisibile" si può intendere quel processo, mediante il quale le spinte individualistiche degli agenti economici, in particolare quelle degli imprenditori, temperate dal meccanismo concorrenziale, pervengono alla realizzazione dell'armonia sociale; dal punto di vista economico ciò si traduce essenzialmente nella spinta alla riduzione al minimo dei costi di produzione e, grazie all’azione della concorrenza, alla riduzione anche dei prezzi di vendita (grazie alla concorrenza);
Smith individua i compiti affidati all'intervento pubblico, quelli legislativi con la definizione delle condizioni più favorevoli al manifestarsi della libera concorrenza, eliminando ogni restrizione normativa rispettando il principio di giustizia e le esigenze di protezione dei cittadini;
Stuart Mill individuava la possibilità dell'intervento pubblico in numerosi campi, tra i quali: processi di colonizzazione, processi di urbanizzazione, carenza di imprenditorialità privata, controllo degli aggregati monetari, tutela dei lavoratori minori e non, rigorose imposte di successione;
Sidgwick, dal canto suo, soffermava l’attenzione sui fenomeni seguenti: i) servizi che, per le loro particolarità tecniche, non assicurano un provento che renda conveniente la loro produzione da parte di un operatore privato; ii) l’imprenditore può ottenere, in certi casi, non già meno, ma più del complessivo apporto netto della sua impresa alla collettività, come avviene in tutti le forme di mercato, tranne la concorrenza perfetta; iii) le generazioni presenti possono sottovalutare, per varie ragioni, le esigenze delle generazioni future, in termini soprattutto dell’impiego delle risorse naturali disponibili e, più in generale, del livello di accumulazione realizzato;
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Politica economica e strategie aziendali
Economia dell'unione monetaria (Paul De Grauwe) [DOWNLOAD DISPENSE APPUNTI RIASSUNTI PDF GRATIS DI ECONOMIA]
COSTI DI UNA VALUTA COMUNE
CAPITOLO 1. COSTI DI UNA VALUTA COMUNE
Agli inizi degli anni Sessanta del XX secolo ebbe inizio con Robert Mundell la “teoria delle aree valutarie ottimali” che si è concentrata nell’ambito dell’analisi dei costi-benefici di un’unione monetaria, sull’aspetto relativo ai costi.
Spostamenti della domanda Si supponga che per qualche motivo i consumatori dell'Unione Europea spostino le loro preferenze da prodotti francesi a prodotti di fabbricazione tedesca.
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Dispensa il bilancio di esercizio
Mister Alioune Diouf [DOWNLOAD DISPENSE APPUNTI RIASSUNTI PDF GRATIS]
Giochiamo. Chiudi gli occhi e immagina un uomo. Troppo generico. Immaginalo bello. Ancora. Immaginalo bello e giovane. Il gioco ora si fa difficile. Immaginalo bello, giovane e friulano. In che senso? Immagina un uomo bello tanto da vincere un concorso di bellezza, giovane tanto da imporre la sua freschezza alla giuria e immaginalo friulano perché siamo all’interno di un concorso di bellezza nella terra ai confini tra Austria e Slovenia. Immagina. Chiudi gli occhi. Come lo vedi? Prova a descriverlo. Ecco, lo visualizzi. Alto, magro, pallido ma forse con le gote leggermente arrossate, ma che importa, fa freddo qui. Capello corto. Viso pulito. Un corpo non statuario d’altronde non si ricorda un macho man che viene dal Friuli. Ma questo è un concorso di bellezza non di culturismo, quindi perfetto cosi. Alto magro e pallido. Bello e sorridente. È lui, ha vinto. Apri gli occhi ora che ti mostro la sua foto.
Signore e signori ecco Mister Friuli. In che senso? È uno scherzo? No, non lo è. Mister Friuli ha 18 anni e si chiama Alioune Diouf. Viene dal Senegal e dirti che è pallido in viso, mentirei. Tra l’altro, nella foto in cui compare con i “rivali” è l’unico che non ride, così per smontarti definitivamente il tuo ideale di maschio friulano. Onestamente non so come commentare ciò che è accaduto a questo concorso. Non mi sento di colpevolizzare il regolamento, i partecipanti, la direzione. Magari ecco, cambiare il nome del concorso forse si. Alioune vive da alcuni anni a Cividale. Un comune nella provincia di Udine con poco più di 10.000 persone. Dimenticavo, alto è alto eh, quasi due metri. Se pensi quindi alla bellezza e all’altezza, diciamo che ci sei andato vicino. Ci rido non con cattiveria sia chiaro, in fondo credo fortemente che una parte della giuria stessa abbia pensato alla stranezza di quello che stava per accadere al concorso. Non si può non pensarci, non si può fingere che tutto sia andato come ci si aspettava. Sarebbe ipocrita e Dio ci protegga dall’ipocrisia. Sul web nemmeno a dirlo, si sono scatenate le masse. Razzisti da ogni dove hanno voluto dare il proprio commento indispensabile per fare massa e sentenza. Qui c’è la vera assurdità e il malcostume. Qui vinciamo sempre purtroppo, tutte le fasce a disposizione. Offese e denigrazioni, insulti. Viene fuori la parte peggiore. Ci distinguiamo. Mister Alioune Diouf ci passa sopra, non commenta. Probabilmente se già la sua partecipazione sembrava una provocazione, l’aver vinto la fascia mette la parola fine al suo progetto. Una fine con vittoria. Mediatica soprattutto perché ricordatevi che vale sempre il detto, bene o male, l’importante è che se parli. Allora parliamone. Apri gli occhi e guarda Mister Friuli. Alto, bellissimo, sorridente quanto basta a un vero friulano. Un corpo scolpito. Un corpo di colore. Ma il colore con la bellezza non ha nulla a che vedere. Poi, diciamocela tutta, fosse stata la serata di Miss Friuli, i razzisti che si sono scatenati sul Web non avrebbero speso forse tutte quelle parole. Si sarebbero lasciati andare probabilmente a commenti più sottili, meno accusatori, meno pesanti.
Ricordo anche un “Miss Italia” vinto da una ragazza di colore. Ricordo un Presidente degli Stai Uniti di colore. Ricordo il più grande pugile di tutti i tempi, il più grande cestista e il più grande centometrista di colore. Ricordo Mister Friuli di colore. E nel mio immaginario, vedo un concorso di Mister Senegal. Apri gli occhi e immagina. Alto, pallido, con le gote rosse, un sorriso appena abbozzato. Magari un italiano emigrato. Magari, perché no, un friulano.
Franco Quadalti
Efficacia del contratto [DOWNLOAD DISPENSE APPUNTI RIASSUNTI PDF GRATIS DI GIURISPRUDENZA]
Quando si parla di efficacia del contratto si vuole far riferimento alle modificazioni della situazione giuridica che allo stesso conseguono. Gli effetti giuridici non sono prodotti direttamente dal contratto, ma sono disposti dall’ordinamento giuridico e si realizzano quando essendo stata posta in essere la fattispecie contemplata dalle norme che li dispongono, il comando astratto che nelle stesse si legge diviene concreto.
Quindi: i contraenti mirano a modificare la situazione giuridica, il prodursi degli effetti giuridici non costituisce dato indispensabile per la configurabilità del contratto, infatti, il contratto esiste anche se verrà poi inficiato da nullità. L’esistenza del contratto potrà essere affermata o negata non alla luce degli effetti giuridici che ne conseguano ma, esclusivamente alla stregua della configurabilità dello stesso, per la presenza in concreto degli elementi che necessariamente lo caratterizzano.
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Formazione del contratto [DOWNLOAD DISPENSE APPUNTI RIASSUNTI PDF GRATIS DI GIURISPRUDENZA]
Per ACCORDO si intende il consenso manifestato da tutte le parti del negozio in ordine al regolamento di interessi che esse intendono realizzare.
L’attività che sfocia nell’accordo può essere scandita in più fasi, da qui l’utilizzo della nozione di procedimento. Lo svolgimento di queste fasi è estremamente importante sotto un duplice profilo:
- Profilo negativo: quando risulti che il procedimento di formazione dell'accordo sia stato turbato da circostanze che hanno fatto sì che l’accordo stesso non risultasse frutto di una determinazione libera e corretta delle parti, andando così ad incidere sull’efficacia del contratto.
- Profilo positivo: per la possibilità di enucleare una regola di comportamento generale la quale impone ai soggetti di comportarsi secondo buona fede, ossia, assumendo un contegno ispirato ai principi di lealtà.
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venerdì 1 dicembre 2017
Slodoban Praljak. L'ultima fuga [DOWNLOAD DISPENSE APPUNTI RIASSUNTI PDF GRATIS]
Aveva studiato all'accademia di arte drammatica. Come in una rappresentazione teatrale, davanti al mondo intero, ha inscenato il suo spettacolo e alla fine ha chiuso il sipario. Slobodan Praljak lascia l’aula del tribunale scortato da medici, morendo poi in un ospedale all’Aja, nei Paesi Bassi. Il Generale croato ironia della sorte, passerà alla storia per come ha ucciso sé stesso e non per aver messo in atto una vera e propria pulizia etnica per espellere i non croati da alcune aree della repubblica di Bosnia Erzegovina. Il tutto, per creare una “grande Croazia”. Omicidi, aggressioni sessuali e stupri, distruzione di proprietà, detenzione e deportazione. Questi i capi di imputazione. Queste le accuse mosse contro il generale croato. Queste le motivazioni della sentenza che ha adito, in piedi, con gli occhi persi nel vuoto, e una piccola bottiglietta contenete del veleno. “Non sono un criminale di guerra, mi oppongo a questa condanna”, le sue ultime parole prima di togliere il tappo alla bottiglietta e berne il contenuto.
Il resto è ormai storia, una storia virale, un video che lo mette in prima pagina di tutti i giornali del mondo. Di lui si conosce questo, si ricorderà questo gesto. Solo di questo purtroppo. Le persone non sanno, non lo ricordano negli anni 90. Non lo avevano nemmeno sentito nominare. Nessuno forse sapeva. Poi un giorno, un video di un uomo che potrebbe sembrare Babbo Natale, con gli occhi spenti, le mani tremolanti. Una morte in diretta. Processo sospeso tra le grida e lo sbigottimento. Un generale è abituato a dare ordini, anche a sé stesso. Così è stato. Non si sta qui adesso a giudicare il generale. A quello ha pensato l’Onu. Qui si discute l’uomo. La sua scelleratezza in vita, la sua vigliaccheria sul finire. Come qualcuno che ruba ogni giorno qualcosa e alla fine salva una vita, spazza via un’esistenza di grigiore con un gesto eroico, Slobodan compie l’omicidio perfetto, facendo sparire agli occhi del mondo, anni e anni di tragedie con una bottiglietta di veleno, in perfetta arte drammatica. Così, uno schiaffo e via, al mondo, alle vittime, alla stampa, ai capi di stato, alle forze militari, ai tribunali. Saluti a tutti e applausi, che lui non ha visto né sentito. Troppo comoda. Il teatro è finzione e la vigliaccheria è scritta su un copione. Quando smetti i panni dell’attore, il gesto lo lascia al personaggio e torni a essere chi eri. Qui il gesto resta dell’attore. La fuga non è in un copione. La vigliaccata è tutta sua. La vita è un gioco strano, non si scappa dai propri errori. Non ci sono antidoti, neppure veleni. Dicono essere tutto rimandato. “Non sono un criminale di guerra, mi oppongo a questa condanna”. Personalmente non credo alla buona fede di quest’uomo. Chi sa di aver subito un torto resta e combatte. Così ci aspetta da un generale. Così ti insegnano nell’esercito, nella vita. Il resto sono chiacchiere. Chiacchiere e filmati virali in cui un anziano accusato di stragi, finge di essere innocente e si suicida per la vergogna o , come si vede nei film, per non essere preso vivo.
Franco Quadalti
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