lunedì 25 settembre 2017

Te la sei andata a cercare [DOWNLOAD DISPENSE APPUNTI RIASSUNTI GRATIS


Gira in rete un video dove un malcapitato sporgendo una denuncia per furto a mano armata, si trova a diversi invece difendere dalle persone preposte ad aiutarlo.
La dinamica semplice per quanto assurda. Chi stabilisce che questa rapina anziché essere un normale furto, non sia invece frutto di una vera e propria istigazione a delinquere? Si perché voglio dire, se vai in giro vestito in giacca e cravatta, è chiaro che nel portafogli hai più soldi di uno che gira in tuta da ginnastica. È chiaro anche che se poi, dopo aver capito che ti stanno rapinando e non ti metti a gridare come un forsennato chiedendo aiuto, molto probabilmente un po’ sei d’accordo, o ancora peggio, magari ti piace addirittura. Il video sfocia nell’assurdo quando l’allegra combriccola di donne poliziotto, sostiene che rispondendo a una mail di uno stalker con un determinato font piuttosto che con un altro, in realtà tu possa fomentare l’azione lesiva.
In pratica, in un modo o nell’altro, si va a concorso di colpa? Eh, sembra di sì. Sì secondo questo video. Anzi, secondo questa teoria non si parlerebbe mai solo di semplice concorso di colpa ma addirittura di colpa della vittima. Sempre? Può essere, spesso di certo.

Paura? No, non abbiatene. Stiamo giocando. Meno male eh, perché poi penso a quando una donna viene violentata e non posso proprio pensare che ci sia qualcuno che possa sostenere che insomma, in qualche modo sia stata colpevole. Poi colpevole di cosa? Gonna troppo corta condita da un tacco vertiginoso e magari una scollatura provocante? Profumo alla moda versato a cascata sul collo? Maglietta con scritta allusiva? Linguaggio colorito? Perché in fondo e questo di cui si parla. Sembra essere diventato ogni giorno di più, importante trovare un alibi all’aggressore di turno, che trovare l’aggressore stesso. E quando anche solo si ipotizza che una gonna corta o una scollatura vertiginosa possa essere “fraintesa”, che la violenza si consuma una seconda volta. Quel video che sta diventando virale, non ci porta quindi troppo lontani dalla realtà che stiamo vivendo. Siamo diventati schiavi delle scuse. Le cerchiamo per noi. Le cerchiamo per gli altri. Per tutti.
Per talmente “tutti” che arriviamo a sfondare la porta della dignità. Abbiamo perso in questo. La televisione da diversi anni non ci aiuta più a comprendere. Ci porta solo agli occhi la pochezza della nostra società. Nell’azione che compie come pure nella scusante che trova. Ci sono sempre meno cattivi oggi. E non perché sono sempre più i buoni ma perché i cattivi si nascondono. Onestamente quel video mi ha fatto sorridere. E anche in maniera positiva. Ha una comicità tutta sua. È proprio quello comicità che a parer mio, relega l’argomento trattato sotto al titolo di assurdo.
Dovrei stare attento quindi quando mi vesto, a che profumo uso. Attento a che parole pronuncio. Gentili? O allusive.
Dovrei anche stare attento a quale font utilizzeranno per pubblicare questo articolo. Che poi potrei trovarmi la casella di posta piena zeppa di insulti. O di applausi. Non per la sostanza ma per la forma quindi.
Come per le persone vittime di una aggressione, per le donne vittime di uno stupro. Mutanti.
Da persone a idee. Idee malsane sulle quali navigare per rotte di maleducazione e violenza.
Gratuita.
E attenti a ciò che è gratis. Piace a tutti.
Franco Quadalti.
GUARDA IL VIDEO
https://drive.google.com/file/d/0B3gEQ4Y3gvH1MVE4cEZNTWcwb1U/view?usp=sharing

domenica 24 settembre 2017

Tesina Uberto Scarpelli [DOWNLOAD TESI DI LAUREA DI GIURISPRUDENZA GRATIS]


Il novecento è stato un secolo che,  nel  suo decorso storico,  ha conosciuto la nascita e il dissolvimento di regimi totalitari di massa, la fine del socialismo reale  oltre alla nascita e allo sviluppo di sistemi democratici- rappresentativi . Di  conseguenza , il novecento ha rappresentato una tappa fondamentale nella evoluzione del pensiero politico in genere . Si è giunti in più di qualche caso alla individuazione di soluzioni alternative  le quali,  pur rielaborando schemi istituzionali consolidati , sembrano affermarsi come proposte alternative al “dogmatismo ideologico” da un lato e all’”utopismo democratico” dall’altro . al punto da configurare questo stesso secolo come il secolo della “Terza Via” .
Come accennato la nascita e il dissolvimento dei regimi totalitari , la fine del “socialismo reale” e i conseguenti dibattiti sul rinnovamento della sinistra , la crisi degli stati nazionali in seguito agli eventi della globalizzazione sono tutti elementi che hanno contribito al dibattito di una “terza via” alternativa al dogmatismo ideologico e all’utopismo democratico. In questo quadro il Liberal-democrazia,il Marxismo e il Cattolicesimo hanno rappresentato sé stessi come forme di Terza Via.

SCARICA GRATUITAMENTE LA TESINA COMPLETA! 
 Uberto Scarpelli


https://drive.google.com/file/d/0B3gEQ4Y3gvH1V3NjR2tqZ2kxR2c/view?usp=sharing

Dispensa Scienze delle finanze [1/2] [DOWNLOAD DISPENSE APPUNTI RIASSUNTI GRATIS DI ECONOMIA]


L’economia è la scienza orientata al soddisfacimento dei bisogni. Nel concetto di economia c’è il rapporto tra sacrificio e beneficio. Questo è abbastanza facile perché ognuno di noi sa di che cosa ha bisogno e quanto e fino a che punto è disposto a sacrificarsi per ottenere il bene necessario a soddisfarlo.In microeconomia ognuno di noi fa i conti con se stesso ed il risultato della valutazione che si effettua e chiaro: stabilire la misura del sacrificio e quella dell’utilità è semplice ed altrettanto semplice è la scelta..Le cose si complicano quando dalla micro si passa alla macro, alla Politica economica e alla Scienza delle Finanze. Ci si trova di fronte ad una situazione generalizzata; si valuta il problema del soddisfacimento dei bisogni da un punto di vista collettivo. La possibilità di rapportare il sacrificio “certo” con il possibile soddisfacimento del bisogno e quindi il conseguimento dell’utilità, soprattutto con la sua misura, è più difficile. Ad esempio ciò che paghiamo per le forze dell’ordine, le quali sono impegnate per evitare che coloro che si vogliono comportare in maniera diversa dalle regole agiscano contro gli altri, posso dire, come singolo, che corrisponde all’utilità che esse mi danno? Certamente no! Eppure devo contribuire al loro mantenimento. Come faccio a dire che le forze dell’ordine sono utili? Sono in grado di stabilire l’utilità che con la loro presenza le forze dell’ordine mi rendono? Se supponiamo che l’1% del mio reddito contribuisce al loro mantenimento, sono in grado di misurare l’utilità che da questo 1% che mi viene prelevato, io ottengo? Certamente no.
 SCARICA GRATUITAMENTE LA DISPENSA!
Scienze delle finanze PARTE 1


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Animali ed esseri umani [DOWNLOAD DISPENSE APPUNTI RIASSUNTI GRATIS]


In questi ultimi giorni abbiamo ascoltato notizie terrificanti sul rapporto cane ed essere umano. BRESCIA: Una bambina di un anno è morta azzannata da due pitbull di famiglia. È accaduto a Flero, in provincia di Brescia. Grave ma non in pericolo di vita il nonno che ha provato inutilmente a salvarla. Tutto è successo intorno alle 19.30, quando la piccola, da sola in casa con l’anziano, è stata letteralmente ‘assaltata’ dagli animali mentre giocava in giardino. Il nonno ha provato a intervenire ma è stato ferito a morsi senza riuscire a sottrarla ai cani.  Spesso vediamo sui social delle foto postate che inquadrano un bambino o un adulto con il proprio cane, e noi cosa facciamo? La maggior parte di noi ne rimane emozionata, aggiunge reazioni di stupore, di positività, commentando con affetto, non nascondiamolo! 


Ma, poi, quando succedono questi episodi siamo i primi a condannare questi animali, perché, immediatamente, affermiamo: “sono delle bestie, cosa devono capire”. Non riflettiamo mai, però, sul padrone, su quella persona che si prende cura del suo animale.  Come viene allevato? Come viene educato? Ha chiesto consigli? Ha chiesto aiuto a un istruttore? L’aggressività predatoria è diretta verso una persona, animale o cosa (es. macchina o bicicletta) percepita come preda. Generalmente la “preda” è in movimento. 

A volte i bambini piccoli vengono identificati come preda, ma questo accade quasi sempre in soggetti che non hanno avuto contatti con bambini, specialmente nei primi tre mesi di vita. E’ per questo che i padroni di cani che non hanno avuto mai contatti con bambini, devono portare molta attenzione nel caso di una nascita o altre situazioni a rischio. Con questo, non si sta giustificando l’animale, ma, sinceramente, neanche il padrone! La notizia di Brescia sconvolge, ma lasciare una bambina con due cani grandi, fa pensare ad una condanna agli animali o all’essere umano? Se dovessimo dare importanza al pensiero di tante persone che affermano che gli animali non possono capire, in questo caso cosa dovremmo dire? Dovremmo dire che l’essere umano, avendo la ragione, avrebbe potuto evitare l’accaduto, prendendo coscienza che una bambina, così piccola, non si lascia sola. Quindi non dovremmo essere noi stessi a condannare il nostro comportamento? A condannare il modo in cui viviamo, dando poca importanza a tutto? Perché pensare che la colpa è soltanto di quei due cani, dei quali, molti affermano che“non hanno il lume della ragione”, si sono scagliati contro la bambina. Ma, con onestà, mi chiedo, cercando una risposta plausibile, i tutori della piccola dov’erano? Perché hanno pensato che tutto potesse andare bene, lasciandola lì sola con i loro due cani? Forse perché come tutti coloro che hanno un animale, cresciuto in casa, non può o non vuole pensare di avere allevato due “bestie”. Perché coloro che amano i cani, non penserebbero mai che quei due animali avessero potuto reagire così. Quindi condanniamo i cani perché non hanno la ragione, ma gli essere umani hanno il lume della ragione? Siamo dinnanzi a delle domande continue perché se tutti fossimo sinceri diremmo le cose come stanno, e non staremmo qui a cercare di condannare qualcuno, ma staremmo qui a cercare di riflettere su ciò che succede intorno a noi.  Non nascondendo i nostri pensieri, non puntando il dito, ma aprendoci, ascoltando, agendo e soprattutto imparando dagli errori commessi da noi stessi ma anche dagli altri. Tutto quello che accade può insegnare qualcosa, basta cogliere l’essenza delle cose, mettendo in atto un’azione che può aiutare chi subisce un accaduto del genere e aiutare noi stessi a prevenire, aprendo le nostri menti usando intelligenza. Ho letto tanti commenti sui social, riguardante questa vicenda, il mondo virtuale si è spaccato in due parti, perché molti condannano i cani con attributi come “bestie senza cervello”, e molti condannano i genitori con attributi come “irresponsabili” poiché la bimba di un anno è stata lasciata sola con questi due cani e con il nonno che solo non sarebbe riuscito a placare i due animali.


Ma se noi tutti, utilizzassimo internet, e vivessimo questa era 2.0, non postando, soltanto, foto per ricevere like, ma per l’informazione, per indagare, per scoprire, per curiosare su determinati argomenti, le cose non cambierebbero?  Il Pitbull è una delle razze di cani più conosciute e la cui reputazione continua a non essere delle migliori a causa di alcuni comportamenti aggressivi e degli episodi spiacevoli che li hanno avuti come protagonisti. Tuttavia, non si può generalizzare e associare l'aggressività a questa razza e bisogna ricordare che molti cani si comportano in maniera conforme a come sono stati educati. Se queste persone avessero saputo questo e avessero fatto delle ricerche approfondite, se avessero chiesto informazioni, se avessero indagato, le cose come sarebbero andate? La colpa è dei cani che non hanno la ragione o degli essere umani che la posseggono ma non la usano?
Ilenia Cicatello

https://drive.google.com/file/d/0B3gEQ4Y3gvH1X2cwQzVRekVyTlE/view?usp=sharing

giovedì 21 settembre 2017

La Ferrari non la sposto no! [DOWNLOAD DISPENSE APPUNTI RIASSUNTI GRATIS]



Averla una Ferrari. Poi come la mantieni? Faccio l’impiegato, mica l’industriale. Poi dove la parcheggi?
Ecco, c’è chi a una domanda come questa non si pone problemi. La risposta potrebbe essere “dove capita”. Si perché chiariamoci, la Ferrari mica è una Panda o una Smart che la metti dove ti pare. La Ferrari è la Ferrari oh. Cioè voglio dire, quando passa, chi è che non si gira a guardarla? E chi se ne frega se poi alla guida c’è un ragazzo o un anziano, un industriale o un manager, un tipo a posto o un coglione?
Capitano cose che io guarda, perdo quell’aria da lord inglese che da sempre mi contraddistingue. Leggo ora che a Milano un tizio armato di cavallino rampante color blu, decide di lasciare il mezzo parcheggiato in parte in un parcheggio riservato agli invalidi. Sai com’è, lasciare una Ferrari a “cavallo” tra due parcheggi, non suona poi così male. Però, mi spiace, tra le cose che odio di più negli automobilisti, c’è proprio quel gesto che non ti lascia troppe domande. Ti toglie anzi da dentro tutta la voglia di essere educato. Qualche anno fa ricordo di aver visto una signora che occupava indebitamente un parcheggio riservato ai portatori di handicap. Ricordo di essermi fermato e di avergliela fatta spostare. Ricordo perfettamente anche il mio stato emotivo. Ero completamente fuori di me. Lo stesso stato emotivo addirittura del proprietario della Ferrari per giunta, che sentitosi chiedere gentilmente di spostarla da un padre che doveva far scendere il figlio disabile dall’auto, ha pensato di insultare e prendere a spintoni il malcapitato papà.
Voglio dire, ma come ti permetti? Non lo vedi che ho una Ferrari? Una macchina così mica la posso parcheggiare come un comune mortale. Una macchina così merita una storia da raccontare ogni volta che la tiri fuori dal garage. E una storia, la racconterà anche stavolta. Esiste lo sdegno per un gesto così, qualcosa di più per la reazione dopo. Chiaramente quando le forze dell’ordine sono arrivate, del bolide blu e del suo padroncino, nessuna traccia. Però la targa farà la sua strada, fino ad arrivare al tavolo della procura. Giusto così. Ma c’è dell’altro. Chi la guidava, lo faceva senza nemmeno regolare patente di guida italiana. Sequestrata tempo prima. Segno che poi, chi ne fa una, ne ha sempre pronte almeno altre due. Cosa succede all’essere umano? Perché ci manchiamo sempre così tanto di rispetto? Perché non abbiamo un limite? Perché la mamma da bambini non ci ha detto abbastanza…”vieni qui che non ti faccio niente”?
“Io me ne frego di te e della polizia”, avrebbe detto il proprietario della fuoriserie, secondo quanto riportato dal Corriere della Sera. L’uomo, dopo gli insulti e le spinte, è poi risalito in macchina e andato via. Via con se si è portato ogni forma di umanità, educazione, rispetto. Lascia stare il parcheggio. Quello che è avvenuto dopo aver spento l’auto in piena sosta vietata, è anche peggio. Ce la meritiamo l’estinzione forse, se ad ogni passo dobbiamo saperci difendere dall’uomo nero, dal lupo cattivo, dall’auto pirata, dall’alcolizzato, dal drogato, dallo stupratore, dall’uomo con la Ferrari. Chi è l’uomo con la Ferrari? Ce n’è un po’ in ognuno di noi? Dove andiamo a parcheggiarla la nostra “Ferrari” ogni giorno? Al posto giusto? Dentro le righe? Ne siamo certi?
Pensiamoci bene. Però oggi il cattivo è lui. Ed è giusto così. Oggi sta a lui farsi gridare addosso. Perché è vero che la Ferrari è l’auto più bella del mondo. Ad essere onesti è anche vero che il blu dell’auto e il giallo delle righe di un parcheggio invalidi, si sposano bene. Ma ancor più vero è che non esiste disabilità più grande della cattiveria umana, e per quella, non ci sono parcheggi, ma solo un posto dove più o meno, almeno una volta, hanno mandato tutti.

Franco Quadalti
 https://drive.google.com/open?id=0B3gEQ4Y3gvH1azdNOVhFZWViR3M

lunedì 18 settembre 2017

La Terra re-agisce e si difende [DOWNLOAD DISPENSE APPUNTI RIASSUNTI GRATIS]


Troppe notizie riguardanti i “disastri” causati dalla natura.
Florida, 12,5 mln persone senza elettricità, dopo il passaggio dell’uragano Irma.
Per molti è stata la prova della vita, l’uragano ha scosso la Florida, l’ha colpita con la violenza di venti da record, l’ha inondata con la velocità dei fiumi in piena, l’ha lasciata al buio.
Livorno, 7 vittime.
È drammatico il bilancio del temporale che si è abbattuto su Livorno con frane e smottamenti: sei persone sono morte e due risultano disperse. Lo hanno reso noto i vigili del fuoco. Le vittime sono una bambina, i genitori e il nonno: i quattro si trovavano nel seminterrato della loro villetta in via Sauro e non hanno avuto scampo. La quinta persona è deceduta in via Fontanella, a Montenero, sulle colline. Il corpo di un uomo di 64 anni è stato poi trovato in via Sant'Alò. I vigili urbani segnalano inoltre una vittima in un incidente stradale avvenuto durante il nubifragio.
Notizie recenti che non sono e non saranno uniche e sole.
La Terra si ribella e l’uomo finge di non vedere.
I cambiamenti climatici rappresentano una minaccia concreta per tutti ma è bene addentrarsi nelle cause che li generano, se non altro per conoscere i motivi della nostra ormai prossima estinzione.
Uno dei principali responsabili è il riscaldamento globale.
Questo a sua volta è causato dall’effetto serra, o meglio, dalla sua intensificazione.
La Terra non si scalda soltanto per il calore diretto che viene emanato dal sole, ma anzi, gran parte del lavoro lo fa l’effetto serra.

Per comprendere come funziona, basta pensare all’atmosfera come una grossa coperta. Quando il calore del sole giunge alla Terra, una parte di questo calore “rimbalza” indietro verso l’atmosfera, che lo trattiene, mantenendo quel gradevole tepore che rende possibile la vita sul nostro pianeta. 
L’atmosfera è fatta di gas e sono proprio alcuni di questi a trattenere il calore del sole.
Da circa 100 anni a questa parte però, la quantità di gas effetto serra nell’atmosfera è aumentata a dismisura.
I motivi sono diversi, ma sono tutti riconducibili alle attività umane e in particolar modo alla rivoluzione industriale.
L’anidride carbonica, ad esempio, è naturalmente presente nell’atmosfera in bassa percentuale e viene generata da processi naturali come le eruzioni vulcaniche e la respirazione umana e animale.
Dall’inizio della rivoluzione industriale però, la sua concentrazione è aumentata ben del 30% a causa della deforestazione (gli alberi sono importanti “ripulitori” dell’aria, dato che assorbono la CO2 e liberano ossigeno) e dell’utilizzo di combustibili fossili.
Anche il metano è prodotto sia in natura che dalle attività umane.
Tra le principali cause della sua diffusione nell’atmosfera troviamo la decomposizione dei rifiuti nelle discariche, alcuni processi agricoli tra cui la coltivazione del riso e la gestione del letame e il processo digestivo dei ruminanti.
Sebbene sia presente in una percentuale minore rispetto all’anidride carbonica, il suo potenziale come gas effetto serra è molto più alto.
Il riscaldamento globale sta influenzando e continuerà a influenzare sempre di più le fasce climatiche del pianeta, con ripercussioni sugli ecosistemi.
Gli scienziati hanno calcolato che, anche se cessassimo tutte le attività inquinanti in questo momento, il riscaldamento globale continuerebbe a progredire.
Questa però non deve essere un’attenuante per la nostra pigrizia.
La vita per limitare i danni è stata tracciata (fonti rinnovabili, politiche ambientali più rigide, tutela della biodiversità, ecc.) ma finché le parole non si convertono in pratica non servono a niente.
È innegabile, i cambiamenti necessari per rimediare ai nostri errori del passato comporteranno dei disagi e delle rinunce, soprattutto materiali, ma in ballo c’è ben di più: la nostra sopravvivenza!
Ilenia Cicatello


https://drive.google.com/file/d/0B3gEQ4Y3gvH1THE3V0NpVkZ6TzQ/view?usp=sharing

Tuo figlio, la scuola, i vaccini, e altre belle cose [DOWNLOAD DISPENSE APPUNTI RIASSUNTI GRATIS]


Un bel giorno in quel di Milano, una coppia di genitori porta il figlio a scuola. Arrivati in Direzione però, si vedono negare l’accesso al figlio perché non munito di libretto vaccinale in regola, né di autocertificazione con la quale c’è l’impegno vaccinarlo. Padre e madre chiamano allora i Carabinieri che arrivati sul posto, e ascoltate le parti, non possono fare altro che prendere la parte della scuola e allontanare la famiglia dalla stessa.
Potrebbe essere l’inizio di una barzelletta, ma non lo è. Usando il linguaggio moderno, si potrebbe parlare di “breve storia triste”.
Scandalo allora.
Certo, ma cosa è scandalo? Non lasciamoci prendere dai facili giudizi. Non facciamoci proprio prendere dai giudizi, ecco. Cosa c’è di scandaloso in questa vicenda che potrebbe sembrare assurda? Passare in Direzione il primo giorno di scuola? Che io mi ricordi, mio padre mi accompagnava dentro l’aula con il foglietto provvisorio che riportava il nome della classe. Scandalo il fatto che un bambino venga allontanato dalla scuola perché non munito del libretto….vaccinale? O ancora, scandalo perché diventa obbligatorio essere in regola con le vaccinazioni previste dalla nuova legge varata nel 2017? Oppure, scandalo perché queste vaccinazioni sembrano più una sperimentazione che una profilassi cautelativa? Scandalo perché i genitori hanno dovuto richiedere l’intervento addirittura delle forze dell’ordine, o in ultimo, perché queste abbiano poi preso le parti della scuola?
Scandalo. Punto.
Un bambino sano si presenta a scuola in orario regolare, e non viene accettato. Porte chiuse. Torni a casa.

Ma l’istruzione non è un bene primario? Non è uno dei capisaldi di uno Stato che vuole definirsi civile? Dove sta davvero l’inganno? Posso davvero raccontarmela come voglio, ma sembra una barzelletta dove alla fine però non ride nessuno. Non ride la scuola, costretta a schedare i bambini in base a un programma vaccinale coercitivo prima ancora che a un programma di istruzione. Non ride la Sanità pubblica che si macchia di una perla di dubbio colore. Non dimentichiamo le lotte contro al Decreto Lorenzin che hanno tenuto banco dalla fine della primavera fino a tutta l’estate 2017. Non ridono i genitori, che si vedono costretti a non sapere dove portare i propri figli. Non tutti chiaro, ma quelli che hanno scelto una strada diversa dalla legge Lorenzin che peraltro prevede multe per i non adempienti. Non ridono i bambini. Che voglio dire, solitamente un bambino (tipo me) non gioisce nell’andare a scuola, però vedersi rifiutare l’ingresso, sa un po’ da discriminazione. Non credo abbiano riso nemmeno le forze dell’ordine. In primis forse per la telefonata probabilmente bizzarra, e secondo, il dover prendere parte a questa che chiamerò “sconfitta della scuola”, non fa certo piacere. Non ne nasce nulla di buono. Non entro nel merito Pro-Vax, Free-Vax, No-Vax. Non ne faccio qui una questione personale. Non voglio nemmeno scendere nei particolari della vicenda Lorenzin-vaccini. Nemmeno voglio parlare del fatto che un ministro della salute pubblica abbia un diploma di maturità classica e stop. Non entro nel merito e se ci entro, esco subito.
Qui la questione è anche, purtroppo, inevitabilmente, a ciò che ne segue a questo tipo di “trattamento”. Dove porto mio figlio adesso? Quante madri e padri dovranno ahimè porsi questa domanda? E ancora peggio, come risponderanno? Nonni, Tate, mamme casalinghe. Facile a dirsi. I nonni c’è chi li ha lontano o peggio, non li ha. La società moderna ha spinto i genitori a lavorare entrambi perché come dice il popolo, la
vita è dura e le Tate hanno un costo. E vi posso assicurare che non sono a buon mercato. Sembra un cane che morde la coda. Un cane che anche se non vaccinato, può comunque essere portato al ristorante. Ma non voglio entrare nel merito. Non mi interessa qui la polemica del cane che mi trovo accanto, con la bava alla bocca, nel mio ristorante preferito. Non entro nel merito e se ci entro, anche stavolta esco subito. Il tema è quindi la salute. Un libretto vaccinale non a norma, ti lascia fuori dalla scuola, ti lascia nei problemi e nelle domande a cui devi necessariamente dare una risposta in fretta. Il tema è davvero la salute? Perché il Ministro mi ha detto di riportare a casa mio figlio non vaccinato, però non si è preoccupata del figlio del mio vicino che ha un padre che fuma 40 sigarette al giorno in sua presenza. Non entro nel merito della questione. Non ci entro perché poi dovrei dire che se il tema è davvero la salute, dovrebbero non farlo entrare in casa con suo padre quel bambino, non vietargli la scuola. Non entro nel merito. E non ci entro perché tra l’altro, non sono vaccinato contro il morbillo. Non vorrei che presentandomi al merito, venissi poi rispedito a casa.
Franco Quadalti.


https://drive.google.com/file/d/0B3gEQ4Y3gvH1NXhEMW5oVmpxb3c/view?usp=sharing

giovedì 14 settembre 2017

Un ragazzo dalla personalità violenta [DOWNLOAD DISPENSE APPUNTI RIASSUNTI GRATIS]


Lecce: “Un ragazzo dalla personalità violenta”, così viene definito dagli investigatori, il 17enne, fidanzato di Noemi Durini, che ha confessato di aver ucciso la ragazza.
In genere, un comportamento violento non si presenta come un fulmine al ciel sereno, ma è un insieme di fattori che portano all’accumulo di ira, che viene covata dal soggetto, sino ad esplodere.
Secondo la teoria dell’apprendimento sociale, il comportamento viene appreso attraverso l’osservazione, l’imitazione, le ricompense e le punizioni che riceviamo, mettendo in luce la parte appresa del comportamento aggressivo. In tal senso i mass-media, in particolare la televisione, sono una fonte di modelli per i bambini. Se ad esempio un bambino vede l’eroe di un cartone o di un telefilm che picchia e uccide una banda di persone che lo minacciano, poi potrà valutare di usare quel
copione come guida per il proprio comportamento nelle situazioni in cui gli pare appropriato.
La valutazione su ciò che è giusto o meno fare dipende anche dall’educazione e dalle spiegazioni che i genitori danno ai figli riguardo a determinate scene di violenza. Rimanendo sempre nell’ambito della famiglia, in genere i bambini fisicamente aggressivi hanno avuto genitori fisicamente punitivi che hanno impartito loro la disciplina mediante un modello aggressivo, con urla, schiaffi e percosse. Questi genitori hanno spesso avuto a loro volta genitori fisicamente punitivi. Tale comportamento punitivo può giungere fino al maltrattamento e, sebbene la maggior parte dei bambini maltrattati non sviluppi comportamenti criminali o non si trasformi in un genitore che maltratta i propri figli, il 30% finisce per adottare comportamenti violenti.
Anche l’eredità genetica influenza la sensibilità del sistema neurale alle sollecitazione aggressive. Il nostro temperamento, ossia il nostro livello di intensità e di reattività emotive, ci viene in parte donato alla nascita ed è influenzato dalla reattività del nostro sistema nervoso. Il temperamento di un individuo osservato durante l’infanzia di solito perdura anche in età adulta. Un bambino non aggressivo a 8 anni sarà molto probabilmente anche a 50 anni un uomo non aggressivo.
La presenza di alcuni composti chimici nel sangue può essere un altro fattore che influenza la sensibilità neurale alla stimolazione aggressiva. Molte ricerche indicano che il consumo di alcol scatena l’aggressività quando gli individui vengono provocati. L’alcol incrementa l’aggressività riducendo l’autoconsapevolezza delle persone e la loro capacità di valutare le conseguenze; infatti esso funziona da disinibitore, in altre parole riduce le nostre inibizioni sociali. Pertanto, sotto l’influsso dell’alcol, emergono con più forza le tendenze primarie di una persona, per cui chi è portato a mostrare affetto diventerà più espansivo e chi tende alla violenza diventerà aggressivo. Analogamente, dopo l’ingestione di alcol, le persone che sono soggette alla pressione sociale verso l’aggressività o che sono frustrate o provocate, avvertono minori restrizioni o inibizioni a commettere atti violenti.


Altri ricercatori sostengono che la frustrazione, cioè qualsiasi cosa che impedisca di raggiungere uno scopo, evoca uno stato di istigazione ad agire in maniera aggressiva e che l’aggressività è sempre preceduta da un qualche tipo di frustrazione. Non è detto che l’energia aggressiva esploda direttamente contro ciò che l’ha originata. Secondo il meccanismo della dislocazione, si impara a inibire le ritorsioni dirette, soprattutto quando altri potrebbero disapprovarci o punirci, e a trasferire l’ostilità dislocandola su bersagli più sicuri.
D’altra parte quando una persona cova ira o rancore a causa di una precedente provocazione, persino un’offesa insignificante può innescare un’azione dirompente eccessiva. Questo fenomeno di aggressività dislocata aiuta a comprendere perché una persona precedentemente provocata e ancora in preda all’ira, una volta alla guida della sua auto, potrebbe rispondere a gesti o a comportamenti lievemente offensivi di altri guidatori con vere e proprie reazioni di rabbia intensa e con gesti sconsiderati oppure compiere atti violenti in seguito a lievi critiche da parte del coniuge. Molti sono gli studi in corso in questo campo, ma non dimentichiamo che spesso la violenza genera altra violenza.
Noemi Durini era scomparsa da casa il 3 settembre scorso: l'ultima sua immagine è stata catturata da una telecamera di sorveglianza e risale alle 5 del mattino di quel giorno. Si vede una Fiat 500 bianca sulla quale sale e alla cui guida si trova il fidanzato 17enne che, a 11 giorni dalla scomparsa della ragazzina, ha confessato l'omicidio.
C'è un breve filmato che descrive bene il suo carattere: il 17enne è stato ripreso mentre rompe a colpi di sedia i vetri di una vecchia Nissan Micra parcheggiata per strada ad Alessano. L'auto sarebbe di una persona con la quale il giovane avrebbe avuto un acceso litigio e risalirebbe alla scorsa settimana, pochi giorni dopo la scomparsa di Noemi e poco tempo dopo un alterco avuto con il padre della sedicenne che si era recato ad Alessano per
avere informazioni sulla figlia. I famigliari di Noemi avevano un rapporto conflittuale con il 17enne: non volevano che la sedicenne avesse una relazione con lui. Qualche tempo fa la mamma di Noemi aveva segnalato alla magistratura minorile il ragazzo a causa del suo comportamento violento.
Il fidanzato 17enne di Noemi Durini ha confessato di aver ucciso la ragazzina di 16 anni scomparsa il 3 settembre scorso. Il cadavere della sedicenne è stato trovato in un pozzo a Castrignano del Capo, a 30 chilometri da Specchia, il paese dove viveva la ragazza. A condurre gli investigatori al pozzo è stato lo stesso ragazzo che è indagato per omicidio volontario assieme al papà 41enne. 
Voglio concludere, ricordando una citazione: “La violenza genera violenza; l’odio genera odio e l’intransigenza genera altra intransigenza. E’ una spirale discendente, e alla fine non vi è che distruzione, per tutti”. (Martin Luther King) 
Ilenia Cicatello

https://drive.google.com/file/d/0B3gEQ4Y3gvH1bEljcXNvUDlxelk/view?usp=sharing

I diritti dei lavoratori [DOWNLOAD TESI DI LAUREA DI GIURISPRUDENZA GRATIS]



Se la storia dei diritti dei lavoratori si identifica per la sua incidenza sulla funzione di tutela della libertà e personalità del lavoratore,come dimostra la storiografia;  i criteri e principi di coordinamento possono individuarsi nella libertà sindacale e nella tutela del lavoro.L'esigenza di una regolazione precisa ed equitativa dei meccanismi del mondo del lavoro crebbe di importanza sin dagli anni del ventennio fascista  accrescendo ancora di più  nella seconda metà del Novecento quando, dovendo ripensare alla strutturazione dello stato post-fascista, la revisione dei rapporti sociali dovette tener conto dell'accresciuta rilevanza del mondo del lavoro fra i temi importanti nel nuovo regime democratico.Questo in virtù della non funzionalità, per un regime democratico, della struttura corporativistica introdotta sotto la dittatura fascista, tecnicamente si parlò di rivalutazione delle capacità lavorative.
ALL'INTERNO DEL PDF TROVERETE INDICE, PREVIEW TESI E BIBLIOGRAFIA.

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I diritti dei lavoratori 


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Tesina Paolo grossi e il concetto di norma giuridica [DOWNLOAD TESI DI LAUREA DI GIURISPRUDENZA GRATIS]


Paolo Grossi nasce a Firenze nel 1933. Personaggio di grande rilevanza sul piano internazionale per il contributo dato al pensiero giuridico moderno, dal 2009 dopo aver prestato giuramento davanti al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano  ricopre il ruolo di giudice della Corte Costituzionale.
Praticherà gli studiGiuridici presso l’Università di Firenze, dove si laurea in Storia del diritto Italiano nel 1955; ricoprirà il ruolo di professore e poi preside in questa e in altre università italiane e a lui si deve la formazione di  studiosi di diritto di fama internazionale quali Fioravanti in Storia del diritto costituzionale e Costa in Storia della filosofia del diritto.

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Paolo Grossi


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Sicurezza e società [DOWNLOAD TESI DI LAUREA DI GIURISPRUDENZA GRATIS]


Dare una definizione di sicurezza non è cosa facile per molte ragioni.Parlare della percezione della sicurezza, significa ragionare su un duplice piano: quello della cause oggettive che possono causare insicurezza e quello del sentimento collettivo che genera insicurezza, sentimento per altro che può essere percepito più o meno indipendentemente dall'esistenza di effettive cause di insicurezza.

“Capita pure che siano più impauriti coloro che risultano statisticamente meno a rischio di vittimizzazione criminale.”
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I reati culturalmente orientati [DOWNLOAD TESI DI LAUREA DI GIURISPRUDENZA GRATIS]


I reati culturali sono il frutto di un conflitto normativo, in relazione ad essi, si pone il problema di quale debba essere la risposta dei sistemi penali nei confronti degli autori inseriti all'interno di gruppi minoritari e che restano fedeli alle norme culturali del loro gruppo di appartenenza.

La giurisprudenza, più e meglio della legislazione , è chiamata  così a porre in essere un'opera di integrazione che il diritto è chiamato a realizzare.

Viene in rilievo quindi, l'esigenza di una giurisprudenza sensibile alla cultura, che non è però rivolta alle sole minoranze presenti all'interno dell'ordinamento, bensì anche a tutte le culture in gioco.
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I reati culturalmente orientati 
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Il giusto processo [DOWNLOAD TESI DI LAUREA DI GIURISPRUDENZA GRATIS]


La giustizia civile va sempre più verso una lenta e progressiva paralisi, se venti anni fa un processo poteva durare 3-4 anni oggi si parla di processi ventennali o, nel penale, di procedimenti che si chiudono con nulla di fatto per sopraggiunta prescrizione del reato.E' sempre più radicata l'opinione che la società moderna necessiti di strade diverse, più veloci, economiche e semplici; ormai è un dato acquisito che gli ordinamenti occidentali (sia negli Stati Uniti sia in Europa) si indirizzino verso le c.d. Alternative Dispute Resolution.
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Il giusto processo


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Marketing B2B nel mercato delle telecomunicazioni [DOWNLOAD TESI DI LAUREA DI ECONOMIA GRATIS]


Per molto tempo gli esperti di marketing  si sono concentrati sugli acquisti dei consumatori, cioè sull’attività che più direttamente è collegata al successo o all’insuccesso di mercato delle impresa, ovvero, se il consumatore compra, l’azienda ne guadagna e così scongiura il rischio di fallimento.Col passare del tempo, e con il contributo di chi studia i consumatori senza schierarsi sul versante imprenditoriale, ma con l’obiettivo di comprendere, piuttosto che di convincere, si e cominciato a capire che l’acquisto costituisce un elemento di un processo piu complesso all’interno del quale il possesso e l’utilizzo dei beni di consumo sono largamente piu importanti. Possedere, usare, mostrare i nostri oggetti agli altri sono aspetti essenziali delle motivazioni alla base degli acquisti. A maggior ragione il non avere e il non poter mostrare alcunche costituiscono aspetti addirittura, ma non paradossalmente, piu importanti dei  precedenti e che ancor meno hanno a che fare con l’acquisto in se e per se...

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Download Tesi Di Laurea online gratis by dispensegratis.it

 La SEZIONE TESI nasce per poter dare spunto su alcuni argomenti agli studenti che si trovano alla fine del proprio percorso universitario e si apprestano a scegliere e redigere il proprio elaborato finale.
La scelta del proprio relatore è spesso motivata dalla passione per un argomento o perché, si sceglie un docente che abbia contatti con la realtà a cui si aspira dopo la laurea o con cui si sono fatti degli esami interessanti, o che sono andati particolarmente bene.
La tesi universitaria affronta in modo sintetico, completo, aggiornato uno specifico problema.
All'interno della SEZIONE TESI puoi consultare gratuitamente l'indice e una preview del testo che ti permettono di avere un quadro generale dell'argomento trattato.
Tutte le tesi sono di proprietà di Copyright © 2017 Download Dispense Gratis
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martedì 12 settembre 2017

Informatica - L'elaborazione e strutturazione dell’informazione [[DOWNLOAD DISPENSE APPUNTI RIASSUNTI GRATIS DI ECONOMIA]


Risolvere un problema significa individuare un procedimento che permetta di arrivare al risultato partendo dai dati  un algoritmoè un metodo per la soluzione di un problema adatto ad essere implementato sotto forma di programma…
  
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lunedì 11 settembre 2017

Informatica - L'informazione e la codifica [DOWNLOAD DISPENSE APPUNTI RIASSUNTI GRATIS DI ECONOMIA]


Cos’è l’Informatica?

Studio sistematico degli algoritmi che descrivono e trasformano l’informazione: la loro teoria, analisi, progetto, efficienza, realizzazione e applicazione [ACM-Association for Computing Machinary]

Scienza della rappresentazione e dell’elaborazione dell’informazione. Attenzione non si parla di tecnologia degli elaboratori si attribuisce ruolo centrale al concetto di informazione.

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L'informazione e la codifica


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Inglese Commerciale [DOWNLOAD DISPENSE APPUNTI RIASSUNTI GRATIS DI ECONOMIA]


Istruzioni per l’uso
   Se avessi usato il termine “ introduzione” come in tutte le migliori tradizioni lo avreste saltato perchè, in linea di principio, lo faccio anch’io soprattutto quando ho fretta. Ma il mio intento è quello di lasciarvi delle linee guida per affrontare al meglio le pagine da studiare e non sentirvi mai arresi.
   Partiamo da un concetto chiave: la lingua inglese è una lingua semplice. Vi sembrerà un’eresia la mia ma, una volta, appreso il meccanismo dei costrutti andrà soltanto meglio di giorno in giorno.

Un concetto base, dovete vedere la frase in inglese come se fosse il corpicino di un bambino. La testa è il soggetto, il tronco è il verbo e i piedini sono il complemento oggetto, dopo potete mettere tutto ciò che volete ma da qui non si scappa!  Certamente senza testolina dove andate, no? Ecco, il principio è questo! E poi loro sono molto immediati nella comunicazione non si perdono quasi mai in frasi tra virgole o subordinate barocche, tipiche dell’italiano. Ve lo sto a dire perchè quando si legge una frase si costruita bene ma che poi sembra inglese italianizzato non va per niente bene e da lì nascono anche mille dubbi.
   Per questa dispensa ho pensato di inserire tutto quello che può tornare comodo per un  approccio ad un inglese più tecnico. Sappiate che l’inglese commerciale è essenziale e le lettere commerciali seguono un layout standard dal quale non dovrete mai staccarvi.
“Gentilissimo...onoratissimo…squisitissimo...avvocato...dottore...bla...bla..bla “ in inglese non si fa!  Si saluta, ci si presenta e si va dritti al punto, più breve è meglio è! Sono 4 i punti a cui deve rispondere una lettere commerciale: introduzione, presentazione, corpo del testo e conclusione. 
   Spero di aver dato un piccolo input per iniziare bene la lettura di questa dispensa, buon lavoro.
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Inglese Commerciale

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Siediti. Ti devo parlare [DOWNLOAD DISPENSE APPUNTI RIASSUNTI GRATIS]


Mi pare di aver già detto da qualche parte di essere stato due volte nella grande mela. In quel di New York. Dai, si, l’ho detto. I padroni del mondo, dove tutto è possibile, cose del genere. Ciò che non ho detto invece, è che oltre ad ammirare la parte bellica e a restare basito di fronte alla boria conquistatrice di questo popolo, ho avuto anche la possibilità di capire altre cose. In primis, nei ristoranti italiani di Manhattan, non si mangia italiano. Nei ristoranti in Italia dove si serve Hamburger, non si mangia Hamburger, e che se hai voglia di vedere stranezze contemporanee oltre che meraviglie dell’arte mondiale, devi farti un giro nei musei. MoMa in primis, dove c’è l’auto più bella del mondo, patrimonio Italiano esportato ovunque. La Fiat 500.
C’è anche la meravigliosa Vespa GS 150, del celebre Corradino D’Ascanio. Qualche Ferrari qua e la, tanta Italia. Non da meno il Guggenheim, uno dei più famosi musei al mondo nel campo dell’arte moderna e contemporanea. Una spirale bianca rovesciata di 30 metri di altezza, dove dentro ti perdi nella vastità del suo patrimonio. Kandinsky, Picasso, Rousseau, Chagall, ma anche Italia. Modigliani, per dirne uno.
In più a tutto questo immenso, a partire dal 15 settembre di quest’anno, verrà riservato uno spazio in più all’Italia. Un’opera nuova entrerà a far parte del museo sulla fifth Avenue di New York. Meraviglia. E dove si potrà vedere? Tra un quadro di Picasso e uno di Modigliani, mi verrebbe da pensare.
Invece no. Per vedere il nuovo “pezzo da museo”, dovrete andare al cesso. Nessuno si scomponga troppo. Ci si va tutti, ricchi, poveri, bambini e adulti. Ma a differenza di qualsiasi opera all’interno del museo, anziché doversi accontentare di guardarla da un paio di metri con una guardia armata a fianco, potrete anche avvicinarvi, sedervi sopra. Usarla.
Si, usarla, perché di un water si tratta. Poi vi dico, mica il water della nonna, quello con la ceramica lisa e il coperchio sgangherato. Qui l’artista Maurizio Cattelan, padovano del 1960, l’ha sparata davvero grossa. La sua “opera d’arte” è tutta interamente fatta d’oro. Un water d’oro massiccio, si. Con tanto di tavoletta e tubo per lo scarico. Non solo. Questo water è perfettamente funzionante. Tranquilli, il bagno sarà quello unisex del museo, quindi, ce n’è per tutti. Lasciamo stare per favore i commenti del genere…”con tutta la gente che muore di fame, c’era bisogno di fare un water d’oro”…anche perché se con tutta la gente che muore di fame, voi andate in ferie, allora non siete meglio di lui. Abbassate i facili giudizi e le ipocrisie.
“America” è il titolo dell’opera di Cattelan. Signore e signori, ha fatto un cesso d’oro. E per me ha vinto. Non puoi non guardarlo senza pensare che lo vorresti provare. Non importa il motivo. Che sia per curiosità o per sfregio nei confronti di chi ti pare, se lo guardi, lo vuoi provare. Che poi l’oro l’ho messo al polso, al collo. Quella sensazione di fresco appena lo “indossi”, chi se la dimentica. Ma qui

mica lo indossi. Ti ci siedi!! Allora sarà ghiacciato come la neve, la pelle d’oca, i brividi, aspetta che mi faccio un selfie e lo posto su Instagram subito. Cosa gli scrivo? Non importa…sono su un water tutto d’oro!! E ci sarà anche qualcuno che penserà a come portarlo via eh. Si ma poi, all’uscita del Guggenheim mica passi inosservato con una tazza di non so…150 kg. Allora resto ancora un po’ qui, altra foto, una solo a lui, una a me, dall’alto, dove sotto si vede lui, una insieme, io che sorrido e lui che…beh, niente, lui non fa niente, è un cesso. Però dai, un cesso d’oro!! Sai le risate con gli amici? Quanto peserà? Come lo avranno fatto? Re e Regine di tutto il mondo, ce l’hanno così o hanno la turca? Una turca d’oro? No dai, allora bravo lui che ha fatto il water! Che dispiace quasi usarlo, si ma poi, si può tirare l’acqua…magari scendono diamanti!! E se ce l’avessi io a casa? No, io no, io queste cose non le farei nemmeno se fossi milionario, ma che dico, miliardario!! E il mio vicino di casa che mi chiede…”scusa posso usare un attimo il water?” E quella povera gente che soffre, e io qui, e noi qui, a guardare questo che non è altro che un cesso. Usare l’oro per, per, per, ma va…mi siedo ancora!! Insomma, 1000 pensieri, tutti giusti. Tutti importanti. Si perché l’arte è questo che deve fare, aprire la mente. L’immaginazione, Portarti altrove anche se sei solo al bagno. Un bagno con un water d’oro. Non ci resterà in eterno. Dopo l’inaugurazione dell’opera e un naturale tempo in cui sarà visibile e fruibile al pubblico di tutto il mondo. Attenderà un collezionista che se lo porti a casa. A tal proposito si è pensato anche a come gestirne la pulizia. L’oro, per quanto prezioso, è attaccabile dagli agenti chimici. Allora occhio. Perché nel bagno della nonna, lo si può accettare, ma in questo no. Che sia sempre brillante quindi. Che sia sempre perfetto. Che faccia sognare, che faccia parlare, litigare, discutere, pensare, ridere. Che faccia ciò che deve finché deve. Che sia un’opera d’arte quindi. Per tutto il mondo, anche per chi non avrà la fortuna di vederlo dal vero.
Mi pare di aver già detto da qualche parte di essere stato due volte nella grande mela. O meglio, lo dico come si suole dire “dalle mie parti”. Mi pare di aver già detto da qualche parte di aver portato le chiappe due volte nella grande mela. E onestamente, se gliele riportassi in ottobre, saprei anche dove andare ad appoggiarle.
Lasciate pulito, e mi raccomando, l’ultimo abbassi la tavoletta. Il coperchio no.
Quello non c’è. Avrà finito l’oro.
Ora basta, vado in bagno.
Franco Quadalti.

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La scuola inclusiva : il sostegno scolastisco [DOWNLOAD DISPENSE APPUNTI RIASSUNTI GRATIS]


La scuola inclusiva è un processo di fortificazione delle capacità del sistema di istruzione di raggiungere gli studenti. 
Un sistema scolastico “incluso” può essere creato solamente se le scuole comuni diventano più inclusive. Se diventano migliori nell’educazione di tutti i bambini della loro comunità.
L’Italia può vantare un’esperienza di ormai 30 anni di integrazione scolastica degli alunni con disabilità nella scuola ordinaria, a partire dalla prima legge datata 1971 (118/71 art.28), fino ad arrivare alla Legge Quadro 104 del 1992.
Ad oggi il termine “integrazione” scolastica è stato ormai racchiuso e sostituito dal termine “inclusione” come suggerisce la CM n.8 del 6 marzo 2013 del MIUR “indicazioni operative sulla Direttiva Ministeriale 27 dicembre 2012 – Strumenti d’intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica”.
Nelle scuole capita spesso di sentire espressioni del tipo “non è certificato”, “è un BES”.
L’espressione BES “Bisogni Educativi Speciali”, è entrata nel vasto uso in Italia dopo l’emanazione della Direttiva Ministeriale del 27 dicembre 2012.
La Direttiva stessa ne precisa il significato: “l’area dello svantaggio scolastico è molto più ampia di quella riferibile esplicitamente alla presenza di deficit. In ogni classe ci sono alunni che presentano una richiesta di speciale attenzione per una varietà di ragioni: svantaggio sociale e culturale, disturbi specifici di apprendimento e/o disturbi evolutivi specifici, difficoltà derivanti dalla non conoscenza della cultura e della lingua italiana perché appartenenti a culture diverse”.
L’utilizzo dell’acronimo BES sta quindi ad indicare una vasta area di alunni per i quali il principio della personalizzazione dell’insegnamento va
applicato con particolari accentuazioni in quanto a peculiarità, intensività e durata delle modificazioni.
Le insegnanti della Commissione Disagio e Disabilità ritengono che una “scuola inclusiva”è quella che combatte l’esclusione, una vita scolastica vissuta ai margini, che fa sentire ogni persona parte del tutto, appartenente all’ambiente che vive quotidianamente, nel rispetto della propria individualità, dove essa è fatta di differenze. 
Una scuola è inclusiva quando essa vive e insegna a vivere con le differenze.
Uno spazio di convivenza nella democrazia, nel quale il valore dell’uguaglianza va ribadito e ristabilito come rispetto della diversità.
La diversità, in tutte le sue forme, dunque, viene considerata una risorsa e una ricchezza, piuttosto che un limite, e nell’ottica dell’inclusione si lavora per rispettare le diversità individuali.
L’idea dell’inclusione deve basarsi sul riconoscimento della rilevanza della piena partecipazione alla vita scolastica da parte di tutti i soggetti, ognuno con i suoi bisogni “speciali”.
L’inclusione deve rappresentare un processo, una cornice in cui gli alunni, a prescindere da abilità, genere, linguaggio, origine etnica o culturale, possono essere ugualmente valorizzati e forniti di uguali opportunità a scuola.
Un ambiente inclusivo tende a rimuovere gli ostacoli che impediscono alla persona la piena partecipazione alla vita sociale, didattica, educativa della scuola.
Includere vuol dire di avere le stesse opportunità di partecipare fornendo il proprio e personale contributo.
La scuola inclusiva valorizza, dà spazio, costruisce risorse.
I sette punti chiave della “didattica inclusiva” sono:
1.    I compagni di classe come risorsa;
2.    Adattamento e semplificazione del testo;
3.    Mappe, schemi e aiuti visivi;
4.    Potenziamento dei processi cognitivi;
5.    Metacognizione e metodo di studio;
6.    Emozioni, autostima e motivazione;
7.    Potenziamento del feedback sui risultati.
È una scuola fondata sulla gioia di imparare, dove si promuove il piacere di sperimentare, di scoprire e conoscere le proprie capacità, di prendere consapevolezza delle proprie abilità.
Ilenia Cicatello
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mercoledì 6 settembre 2017

DispenseGratis.it

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Sistemi giuridici comparati [DOWNLOAD DISPENSE APPUNTI RIASSUNTI GRATIS DI GIURISPRUDENZA]


Lo sviluppo del diritto comparato come scienza è abbastanza recente. Per secoli la scienza giuridica ha cercato d’individuare un diritto giusto, conforme alla volontà di dio, alla natura, alla ragione umana; cioè uno jus commune. Solo nel XIX secolo questo jus commune si frantuma e viene sostituito da codificazioni nazionali. Lo sviluppo del diritto comparato è stato la conseguenza logica e inevitabile della nazionalizzazione del diritto.
All’inizio i problemi sorgevano nel definire  l’oggetto e la natura della nuova disciplina, a fissarne il posto fra le diverse scienze, a definirne i metodi e i motivi d’interesse. In particolare ci si domandava se il diritto comparato fosse una branca autonoma della scienza giuridica o più semplicemente un metodo, il metodo comparatistico applicato alla scienza giuridica.
I motivi d’interesse della materia possono essere raggruppati in tre ordini:

  • il diritto comparato è utile nelle ricerche storiche o filosofiche riguardanti il diritto;
  • serve ad approfondire la conoscenza del diritto nazionale e a migliorarlo;
  • contribuisce a una maggiore comprensione dei popoli stranieri.

Per quanto riguarda le ricerche storiche e filosofiche, la comparazione del diritto dei popoli più diversi viene utilizzata per tracciare grandi tavole storiche attraverso le quali si profila il progresso dell’umanità.
Inoltre, il diritto comparato ci mostra la varietà delle concezioni del diritto che vengono di volta in volta adottate. Ci presenta società nelle quali s’ignora la nostra nozione di diritto, altre nelle quali invece il diritto è intimamente legato alla religione; ci mostra come altre nazioni che noi giudichiamo democratiche aderiscano a formule del tutto diverse dalle nostre.
Per quanto riguarda l’utilità della disciplina per conoscere meglio il nostro diritto nazionale, possiamo sottolineare come informarsi e conoscere le esperienze fatte da paesi stranieri possano suggerire idee nuove al legislatore nazionale.
Infine, il diritto comparato è utile per comprendere i popoli stranieri. Oggi occorre una coesistenza pacifica ed una serie di rapporti di cooperazione tra gli Stati, i quali non possono svilupparsi nell’ignoranza del diritto vigente in ciascuno di questi Stati stessi. Occorre capire il punto di vista altrui, tener conto di mentalità diverse dalla nostra; per questa via, dunque, rafforzare i legami di cooperazione tra i diversi paesi.
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