lunedì 11 settembre 2017
Siediti. Ti devo parlare [DOWNLOAD DISPENSE APPUNTI RIASSUNTI GRATIS]
Mi pare di aver già detto da qualche parte di essere stato due volte nella grande mela. In quel di New York. Dai, si, l’ho detto. I padroni del mondo, dove tutto è possibile, cose del genere. Ciò che non ho detto invece, è che oltre ad ammirare la parte bellica e a restare basito di fronte alla boria conquistatrice di questo popolo, ho avuto anche la possibilità di capire altre cose. In primis, nei ristoranti italiani di Manhattan, non si mangia italiano. Nei ristoranti in Italia dove si serve Hamburger, non si mangia Hamburger, e che se hai voglia di vedere stranezze contemporanee oltre che meraviglie dell’arte mondiale, devi farti un giro nei musei. MoMa in primis, dove c’è l’auto più bella del mondo, patrimonio Italiano esportato ovunque. La Fiat 500.
C’è anche la meravigliosa Vespa GS 150, del celebre Corradino D’Ascanio. Qualche Ferrari qua e la, tanta Italia. Non da meno il Guggenheim, uno dei più famosi musei al mondo nel campo dell’arte moderna e contemporanea. Una spirale bianca rovesciata di 30 metri di altezza, dove dentro ti perdi nella vastità del suo patrimonio. Kandinsky, Picasso, Rousseau, Chagall, ma anche Italia. Modigliani, per dirne uno.
In più a tutto questo immenso, a partire dal 15 settembre di quest’anno, verrà riservato uno spazio in più all’Italia. Un’opera nuova entrerà a far parte del museo sulla fifth Avenue di New York. Meraviglia. E dove si potrà vedere? Tra un quadro di Picasso e uno di Modigliani, mi verrebbe da pensare.
Invece no. Per vedere il nuovo “pezzo da museo”, dovrete andare al cesso. Nessuno si scomponga troppo. Ci si va tutti, ricchi, poveri, bambini e adulti. Ma a differenza di qualsiasi opera all’interno del museo, anziché doversi accontentare di guardarla da un paio di metri con una guardia armata a fianco, potrete anche avvicinarvi, sedervi sopra. Usarla.
Si, usarla, perché di un water si tratta. Poi vi dico, mica il water della nonna, quello con la ceramica lisa e il coperchio sgangherato. Qui l’artista Maurizio Cattelan, padovano del 1960, l’ha sparata davvero grossa. La sua “opera d’arte” è tutta interamente fatta d’oro. Un water d’oro massiccio, si. Con tanto di tavoletta e tubo per lo scarico. Non solo. Questo water è perfettamente funzionante. Tranquilli, il bagno sarà quello unisex del museo, quindi, ce n’è per tutti. Lasciamo stare per favore i commenti del genere…”con tutta la gente che muore di fame, c’era bisogno di fare un water d’oro”…anche perché se con tutta la gente che muore di fame, voi andate in ferie, allora non siete meglio di lui. Abbassate i facili giudizi e le ipocrisie.
“America” è il titolo dell’opera di Cattelan. Signore e signori, ha fatto un cesso d’oro. E per me ha vinto. Non puoi non guardarlo senza pensare che lo vorresti provare. Non importa il motivo. Che sia per curiosità o per sfregio nei confronti di chi ti pare, se lo guardi, lo vuoi provare. Che poi l’oro l’ho messo al polso, al collo. Quella sensazione di fresco appena lo “indossi”, chi se la dimentica. Ma qui
mica lo indossi. Ti ci siedi!! Allora sarà ghiacciato come la neve, la pelle d’oca, i brividi, aspetta che mi faccio un selfie e lo posto su Instagram subito. Cosa gli scrivo? Non importa…sono su un water tutto d’oro!! E ci sarà anche qualcuno che penserà a come portarlo via eh. Si ma poi, all’uscita del Guggenheim mica passi inosservato con una tazza di non so…150 kg. Allora resto ancora un po’ qui, altra foto, una solo a lui, una a me, dall’alto, dove sotto si vede lui, una insieme, io che sorrido e lui che…beh, niente, lui non fa niente, è un cesso. Però dai, un cesso d’oro!! Sai le risate con gli amici? Quanto peserà? Come lo avranno fatto? Re e Regine di tutto il mondo, ce l’hanno così o hanno la turca? Una turca d’oro? No dai, allora bravo lui che ha fatto il water! Che dispiace quasi usarlo, si ma poi, si può tirare l’acqua…magari scendono diamanti!! E se ce l’avessi io a casa? No, io no, io queste cose non le farei nemmeno se fossi milionario, ma che dico, miliardario!! E il mio vicino di casa che mi chiede…”scusa posso usare un attimo il water?” E quella povera gente che soffre, e io qui, e noi qui, a guardare questo che non è altro che un cesso. Usare l’oro per, per, per, ma va…mi siedo ancora!! Insomma, 1000 pensieri, tutti giusti. Tutti importanti. Si perché l’arte è questo che deve fare, aprire la mente. L’immaginazione, Portarti altrove anche se sei solo al bagno. Un bagno con un water d’oro. Non ci resterà in eterno. Dopo l’inaugurazione dell’opera e un naturale tempo in cui sarà visibile e fruibile al pubblico di tutto il mondo. Attenderà un collezionista che se lo porti a casa. A tal proposito si è pensato anche a come gestirne la pulizia. L’oro, per quanto prezioso, è attaccabile dagli agenti chimici. Allora occhio. Perché nel bagno della nonna, lo si può accettare, ma in questo no. Che sia sempre brillante quindi. Che sia sempre perfetto. Che faccia sognare, che faccia parlare, litigare, discutere, pensare, ridere. Che faccia ciò che deve finché deve. Che sia un’opera d’arte quindi. Per tutto il mondo, anche per chi non avrà la fortuna di vederlo dal vero.
Mi pare di aver già detto da qualche parte di essere stato due volte nella grande mela. O meglio, lo dico come si suole dire “dalle mie parti”. Mi pare di aver già detto da qualche parte di aver portato le chiappe due volte nella grande mela. E onestamente, se gliele riportassi in ottobre, saprei anche dove andare ad appoggiarle.
Lasciate pulito, e mi raccomando, l’ultimo abbassi la tavoletta. Il coperchio no.
Quello non c’è. Avrà finito l’oro.
Ora basta, vado in bagno.
Franco Quadalti.
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