Gira in rete un video dove un malcapitato sporgendo una denuncia per furto a mano armata, si trova a diversi invece difendere dalle persone preposte ad aiutarlo.
La dinamica semplice per quanto assurda. Chi stabilisce che questa rapina anziché essere un normale furto, non sia invece frutto di una vera e propria istigazione a delinquere? Si perché voglio dire, se vai in giro vestito in giacca e cravatta, è chiaro che nel portafogli hai più soldi di uno che gira in tuta da ginnastica. È chiaro anche che se poi, dopo aver capito che ti stanno rapinando e non ti metti a gridare come un forsennato chiedendo aiuto, molto probabilmente un po’ sei d’accordo, o ancora peggio, magari ti piace addirittura. Il video sfocia nell’assurdo quando l’allegra combriccola di donne poliziotto, sostiene che rispondendo a una mail di uno stalker con un determinato font piuttosto che con un altro, in realtà tu possa fomentare l’azione lesiva.
In pratica, in un modo o nell’altro, si va a concorso di colpa? Eh, sembra di sì. Sì secondo questo video. Anzi, secondo questa teoria non si parlerebbe mai solo di semplice concorso di colpa ma addirittura di colpa della vittima. Sempre? Può essere, spesso di certo.
Paura? No, non abbiatene. Stiamo giocando. Meno male eh, perché poi penso a quando una donna viene violentata e non posso proprio pensare che ci sia qualcuno che possa sostenere che insomma, in qualche modo sia stata colpevole. Poi colpevole di cosa? Gonna troppo corta condita da un tacco vertiginoso e magari una scollatura provocante? Profumo alla moda versato a cascata sul collo? Maglietta con scritta allusiva? Linguaggio colorito? Perché in fondo e questo di cui si parla. Sembra essere diventato ogni giorno di più, importante trovare un alibi all’aggressore di turno, che trovare l’aggressore stesso. E quando anche solo si ipotizza che una gonna corta o una scollatura vertiginosa possa essere “fraintesa”, che la violenza si consuma una seconda volta. Quel video che sta diventando virale, non ci porta quindi troppo lontani dalla realtà che stiamo vivendo. Siamo diventati schiavi delle scuse. Le cerchiamo per noi. Le cerchiamo per gli altri. Per tutti.
Per talmente “tutti” che arriviamo a sfondare la porta della dignità. Abbiamo perso in questo. La televisione da diversi anni non ci aiuta più a comprendere. Ci porta solo agli occhi la pochezza della nostra società. Nell’azione che compie come pure nella scusante che trova. Ci sono sempre meno cattivi oggi. E non perché sono sempre più i buoni ma perché i cattivi si nascondono. Onestamente quel video mi ha fatto sorridere. E anche in maniera positiva. Ha una comicità tutta sua. È proprio quello comicità che a parer mio, relega l’argomento trattato sotto al titolo di assurdo.
Dovrei stare attento quindi quando mi vesto, a che profumo uso. Attento a che parole pronuncio. Gentili? O allusive.
Dovrei anche stare attento a quale font utilizzeranno per pubblicare questo articolo. Che poi potrei trovarmi la casella di posta piena zeppa di insulti. O di applausi. Non per la sostanza ma per la forma quindi.
Come per le persone vittime di una aggressione, per le donne vittime di uno stupro. Mutanti.
Da persone a idee. Idee malsane sulle quali navigare per rotte di maleducazione e violenza.
Gratuita.
E attenti a ciò che è gratis. Piace a tutti.
Franco Quadalti.
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