lunedì 2 ottobre 2017
Metodologia didattica [DOWNLOAD DISPENSE APPUNTI RIASSUNTI GRATIS]
La scuola, della quale avevo parlato in un articolo precedente, è un luogo ricco di esperienze, scoperte, rapporti, che segnano profondamente la vita di tutti coloro che ogni giorno vi sono coinvolti, infatti riconoscendo la centralità dei bambini essa si pone come un ambiente educativo, rispettoso della loro età, dei loro tempi di apprendimento e della loro unicità. La scuola è: - un luogo per incontrarsi - un luogo per riconoscersi - un luogo per comunicare - un luogo per scoprire - un luogo per crescere ed imparare Pertanto la metodologia concordata, in modo unitario dagli insegnanti, per operare nella scuola dell’infanzia in modo consapevole, incisivo e verificabile si fonda su alcuni elementi per loro fondamentali.
La progettazione, l’organizzazione e la valorizzazione degli spazi e dei materiali: Il modo in cui sono strutturati gli spazi e distribuiti i materiali incide in maniera significativa sulla qualità delle esperienze che si compiono nella scuola dell’infanzia. Pertanto ogni contesto di gioco, di relazione, di emozione e di apprendimento va ideato e realizzato con consapevolezza in modo da favorire il benessere del bambino, le sue relazioni, le sue scoperte, le sue conoscenze, così da garantire la continuità dei rapporti tra coetanei ed adulti facilitando i processi di identificazione. La valorizzazione della vita di relazione: La dimensione affettiva è essenziale nei processi di crescita: l’affetto, il rispetto, la serenità, l’allegria, lo scambio, l’ascolto, l’aiuto sono componenti essenziali per diventare dei buoni adulti e dei cittadini del mondo. La valorizzazione del gioco: Risorsa privilegiata di apprendimento e relazioni, il gioco, nelle dimensioni simbolico, strutturato e cognitivo, è uno strumento per lo sviluppo del bambino, attraverso il quale egli sperimenta, esprime la sua creatività, acquisisce le prime regole sociali e morali, regola le sue emozioni e, attraverso il rapporto con gli altri bambini, manifesta bisogni, desideri e sentimenti. La progettazione aperta e flessibile: Predisporre in modo logico e coerente una programmazione educativa permette al bambino di elaborare il suo processo di crescita; essa deve partire dal bambino e rispettare la sua soggettività disponendo una serie di interventi funzionali e individualizzati per il raggiungimento degli obiettivi stabiliti. La ricerca/azione e l’esplorazione: Sono leve indispensabili per favorire la curiosità, la costruzione, la verifica delle ipotesi e la formazione di abilità di tipo scientifico. Il dialogo continuo: E' utile per un confronto, uno scambio, un arricchimento reciproco, per stimolare la discussione e valorizzare “il pensare con la propria testa” sviluppando il senso critico, per rendere il bambino sempre coprotagonista del suo crescere.
La mediazione didattica: Sviluppa nei bimbi le capacità metacognitive, cioè la capacità di impadronirsi delle abilità e delle attitudini idonee a facilitare gli apprendimenti continui che essi dovranno realizzare durante la loro vita, con un'educazione del pensiero sul piano del linguaggio, dell’apprendimento e della metodologia, cioè “imparare a pensare” ed “imparare ad apprendere”. L’utilizzo del problemsolving: Problematizza la realtà per arrivare a nuove conoscenze, attraverso la formulazione e la verifica di ipotesi che portino alla risoluzione dei problemi di partenza. Il lavoro di gruppo e le attività laboratoriali: Consentono percorsi esplorativi dove si uniscono i saperi disciplinari a quelli di ricerca e di verifica, dove si imparano negoziazioni e dinamiche comunicative caratterizzate dalla disponibilità, dalla calma, dalla condivisione cognitiva ed emotiva. Le uscite, le gite e le esperienze al di fuori della scuola: Permettono che “il fuori”della scuola diventi palestra di vita e si conoscano le regole che sovrastano ad ogni ambiente. I rapporti con il territorio: Fanno sì che ogni risorsa venga sfruttata al fine dell'incremento delle conoscenze. Le risorse umane e la compresenza delle insegnanti: Permettono la condivisione ed il rafforzamento dell’impegno educativo. L’osservazione sistematica dei bambini: Le insegnanti osservano le dinamiche, i comportamenti e le esigenze dei bambini al fine di riorganizzare, attraverso progetti, l’intervento educativo. La documentazione del loro lavoro: Permette ai bimbi di conservare la memoria di esperienze vissute e di riflettere sul loro operato, sulle loro conquiste, su quello che ognuno ha dato e ricevuto dai compagni, sul riconoscimento della propria identità e di quella del gruppo al fine di sviluppare la capacità di lettura della pratica educativa quotidiana.
Il “Cooperative Learning” costituisce una specifica metodologia di insegnamento attraverso la quale gli studenti apprendono in piccoli gruppi, aiutandosi reciprocamente e sentendosi corresponsabili del reciproco percorso. Gli studenti lavorano insieme in piccoli gruppi per raggiungere obiettivi comuni, cercando di migliorare reciprocamente il loro apprendimento. Tale metodo si distingue sia dall’apprendimento competitivo che dall'apprendimento individualistico e, a differenza di questi, si presta ad essere applicato ad ogni compito, ad ogni materia, ad ogni curricolo. L’insegnante assume un ruolo di facilitatore ed organizzatore delle attività, strutturando “ambienti di apprendimento” in cui gli studenti, favoriti da un clima relazionale positivo, trasformano ogni attività di apprendimento in un processo di “problemsolving di gruppo”, conseguendo obiettivi la cui realizzazione richiede il contributo personale di tutti.
Ilenia Cicatello
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