Labyrinth - Dove tutto è possibile è un film fantastico del 1986 diretto da Jim Henson, tuttavia vi è una realtà parallela della rete, non ascrivibile al genere fantastico, ove tutto è realmente possibile, una zona franca dove spariscono morale, regole e delle volte la stessa umanità dell’individuo, in cui talune condotte potrebbero essere definite diaboliche. Lo chiamano Deep Web, è la parte del web buia, sporca, la più inquietante, paradiso delle organizzazioni criminali di tutto il mondo, teatro dei peggiori crimini e di commerci illegali, un vero e proprio spazio di libertà, basti pensare che lì sono contenuti i documenti di Wikileaks. Il web nel quale navighiamo ogni giorno, quello visibile, rappresenta solo una minima percentuale dei contenuti reali della rete (si dice il 4%). Sotto la superfice c’è molto di più: basti pensare che l’intero web sia costituito da oltre 500 miliardi di documenti, a discapito dei soli 2 miliardi indicizzati da Google. Un numero elevato di criminali sfrutta le potenzialità del Deep Web (in particolare l’assenza di confini nazionali definiti, la non tracciabilità, l’anonimità e quindi la non-punibilità) per promuovere vere e proprie attività illegali, tra le quali la vendita di armi, esplosivi, oggetti rubati, diplomi di laurea e documenti falsi e soprattutto droga. Sul Deep non è raro imbattersi in veri e propri negozi o supermercati online dell’illecito (i Black Market) di vendita di beni illegali, presso i quali anche gli acquisti sono resi sicuri attraverso transazioni che avvengono in modo del tutto anonimo. Credevate davvero che i jihadisti utilizzassero solo twitter o che i pedofili si scambiassero il materiale tramite facebook? Sarebbe troppo semplice
trovarli e stanarli, per questo tutti gli organi di polizia postale sono costretti ad agire tra le tenebre della rete. Ed il rapporto con il sesso? Se la pornografia è così diffusa sulla rete comune, figurarsi nel Deep Web! Tutt’altro: tutto il porno è nel Clear Web. Strano vero? No, per un semplice motivo: la pornografia (entro certi limiti, chiaro) è legale e c’è gente disposta a pagare per averla. Quindi perché nasconderla? Sarebbe una follia commerciale, essendo il business numero 1 del web. Nel Deep Web c’è solo la pornografia illegale, ma quella non è questione di indole personale. Non c’è da dire se sia morale o meno. Quella è solo perversione e disturbo psichiatrico da limitare e curare. Altrimenti non verrebbe nascosta, no? I milioni di canali presenti nel Deep Web, sono come delle stanze, tra queste ve ne sono di terrificanti, come le Red Rooms. Rosse come l’inferno, come in sangue delle vittime di questa macabra realtà. Già, perché è all’interno di esse che hanno luogo le peggiori atrocità, in cui pagando l’equivalente di 700 dollari inbitcoins, la moneta virtuale utilizzata per le transazioni nel Deep Web, è possibile assistere live a vere e proprie torture in streaming, ovvero scaricare dei video a sfondo pedopornografico di natura snuff (dall’inglese “spegnere lentamente). Tra questi si annovera il video più conosciuto per l’impatto mediatico mondiale avuto nel passato: Deisy’s destruction, ad opera del gruppo NLF (no limit fun), le cui immagini girate da Peter Scully ritraggono una bambina seviziata fino alla morte.
Dunque non solo armi, droga, sesso o video giochi angoscianti come il caso di “Sad Satan”, il Deep Web cela molto di più tetro al suo interno. Oltra a quanto fin qui esposto, èpossibile perfino assoldare un killer come dimostra uno dei annunci presenti nell’area denominata “Assassination Market”: all’assassino bisogna dare tutte le coordinate possibili per compiere la sua missione. Non sempre si può scegliere il metodo e il prezzo è di 5000 bitcoins ma il killer non accetta incarichi per ammazzare persone che abbiano meno di 16 anni. Almeno così scrivono.Proprio le peculiarità del Deep Web e i risvolti criminali il cui utilizzo determina, conducono a ritenere che il contrasto al fenomeno è certamente difficile ma non impossibile. Solo un’attenta e accurata sorveglianza della rete può diminuire i rischi derivanti dall’utilizzo illegale del Web sommerso. Da qui l’aumento di indagini sotto copertura che, affiancandosi a quelle tradizioni, costituiscono oggi un ottimo punto di partenza per smascherare vere e proprie organizzazioni criminali. Ma il contrasto ai fenomeni delittuosi che circolano in rete deve partire anche dalle famiglie. I genitori ogni giorno sono chiamati a fare i conti con la curiosità dei figli adolescenti che, attraverso l’uso di internet alimentano la loro curiosità verso il mondo esterno (desiderosi di scoprire cose nuove), senza rendersi conto che gli esposti ai maggiori pericoli sono proprio loro. Di fronte dunque alla possibilità, sempre più attuale e concreta, che gli adolescenti possano essere attratti da questo lato oscuro del Web, è consigliabile parlare con loro ed avvertirli dei pericoli che si possono trovare navigando nel Deep Web. L'educazione e la consapevolezza delle opportunità e dei rischi di Internet è essenziale ed è il primo passo per la lotta alla criminalità dilagante sulla rete.
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