mercoledì 9 agosto 2017

Maduro - Il petrolio extrapesante del Venezuela e gli amici Yankee [DOWNLOAD DISPENSE GRATIS]


Alcuni giorni addietro il Corriere della Sera , per la precisione Fabrizio Caccia, intervista Gianni Minà, il più grande conoscitore dell’America Latina in Italia: "Il problema non è Maduro, il problema è il petrolio del Venezuela che gli Usa vogliono"
Con una dichiarazione meno scontata di quel che si possa immaginare, Gianni Minà apre un’intervista in cui si legge poco delle sue parole e di quella che sembrerebbe invece la vera realtà venezuelana:  "Io ce li ho questi dati e dicono che di morti ammazzati l’opposizione ne ha fatti molti più del governo. Intellettuali e combattenti come l’argentino Adolfo Pèrez Esquivel (premio Nobel per la Pace nel 1980) o il brasiliano Frei Beto hanno espresso solidarietà a Maduro: sono forse amici dei criminali? C’è un bel pezzo di propaganda". Ma le Parole di Minà si perdono nel testo,  tra l’appello di Rossanda, la solita propaganda interna e Paolo Cento. 
Ma  come si può ben leggere altrove nel web e nella carta stampata,  Minà  ha confermato che in quell’intervista si legge solo una minima parte delle sue parole. Ma non importa tanto questo, quel che rileva è riportare per intero le parole riprese da Caccia: «Il problema non è Maduro, il problema è il petrolio del Venezuela, che gli Stati Uniti vogliono”. E ancora: «Bisogna avere in mano i dati dei morti, prima di parlare. Io ce li ho questi dati e dicono che di morti ammazzati l’opposizione ne ha fatti molti più del governo. Intellettuali e combattenti come l’argentino Adolfo Pèrez Esquivel (premio Nobel per la Pace nel 1980) o il brasiliano Frei Beto hanno espresso solidarietà a Maduro: sono forse amici dei criminali? C’è un bel pezzo di propaganda dietro alla storia che Maduro affami il popolo. Il chavismo ha vinto, altroché! Oggi l’esperienza bolivariana ha pure un canale televisivo (TeleSur) e una banca intercontinentale...».

 E poi mentre Gianni Minà cita un Premio Nobel del calibro di Esquivel e un gigante come Frei Betto - torturati e arrestati dalle vere dittature dell’America Latina che piacevano tanto a quello stesso occidente che oggi non a caso combatte il governo venezuelano - Paolo Cento invita a fare chiarezza sui fatti di Caracas «già quest’estate nelle feste dell’Unità, di Sinistra Italiana, Articolo 1».  Ora mettere insieme nella stessa intervista Esquivel e Betto con le attuali feste dell’Unità è più o meno come mettere sullo stesso palco i Pink Floyd con Fragolone il cantante neomelodico del quartiere.
Ad ogni modo “Il Frei Beto” citato in realtà è Frei Betto,  Teologo della liberazione brasiliano, imprigionato e torturato nel 1969 dalla dittatura militare brasiliana per il suo impegno politico. 
Ma torniamo al Venezuela, perche gli USA si interessano così tanto all’America latina?
Lo ha detto bene Gianni Minà, il problema come sempre è il petrolio.
Il Venezuela è la più grande riserva di petrolio al mondo ed è tuttora sfruttata solo in minima parte: la fascia dell’Orinoco, un’area di 54mila chilometri quadrati lungo il corso del fiume omonimo in Venezuela, potrebbe contenerne fino a 1300 miliardi di barili secondo le stime più ottimiste, una quantità quasi pari a quella di tutte le risorse di petrolio convenzionale del globo.
Ad oggi l’America del nord importa petrolio dagli Emirati Arabi, Quatar ed Iraq. Il petrolio per arrivare agli amici Yankee impiega 40- 45 giorni, mentre dal Venezuela impiegherebbe circa 4 – 5 giorni. 
Ad oggi, quindi, è in corso quello che viene definito il  “golpe morbido”, molti altri sono falliti in passato.
Ecco spiegata la campagna propagandistica contro quel Presidente Maduro violento che affama il popolo.
Ma gli amici Yankee si sa,  sono portatori di pace, sono gli stessi che il 6 agosto 1945 esportarono 50 megatoni di democrazia sulla città di Hiroshima.
Mariangela Miceli

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