giovedì 31 agosto 2017
Persone o oggetti? Prostituzione minorile [DOWNLOAD DISPENSE APPUNTI RIASSUNTI GRATIS]
La prostituzione minorile è aumentata più del 500% negli ultimi 3 anni e coinvolge in egual misura maschi e femmine. Questo fenomeno va compreso nel sul insieme sotti due differenti aspetti. Da un lato troviamo i ragazzi che volontariamente iniziano ad immaginare e a realizzare un comportamento sessuale deviante, quale fonte di guadagno. Vendono il corpo per trarne un beneficio economico e poter acquistare tutte le “cose”, piccole o grandi, che in quel momento offrono un senso di piacere, potenza e modernità. La causa può essere determinata dalla scissione che i giovani hanno impostato tra l’affettività e la sessualità. Significa che un’attività sessuale senza affetto non ha valore, non ha sentimento ed è quindi replicabile a più riprese. Questi adolescenti si sentono adulti e considerano l’atto sessuale come passeggero e poco significativo. I giovani sono onesti e lo dicono chiaramente. Si ricorda le “ragazze dei Parioli”, la loro prima rivelazione è stata proprio il chiarire che non erano spinte da nessuno, ma si trattava di una loro decisione personale. L’incapacità di difendere il proprio corpo e considerarlo di poco valore ha portato entrambi i sessi a ritenere che un atto sessuale scisso dall’affettività possa non lasciare tracce ma portare solo soldi.
“Mi sono venduto per pagarmi i jeans firmati e una vacanza”, racconta un ragazzo di 16 anni e mezzo che testimonia una diffusione della prostituzione fra i minori. “Andavo con gli uomini solo per soldi. A loro piaceva, a me per niente. Anzi mi faceva schifo. Volevo arrotondare, i miei lavorano e sono figlio unico, ma non vivo nell’oro. Volevo soldi miei”. Dall’altro lato c’è il carnefice, l’adulto perverso e negativo che decide per il minore e per la sua vita. In questo caso, si ricordano le “spose bambine”, che non hanno nessun potere di scelta, sono isolate dalla società e private di un’infanzia normale. Spesso sono vittime di abusi e violenze, tagliate fuori dalla famiglia, dagli amici, dalla
scuola. Il dramma delle “spose bambine” è una piaga mondiale che tocca diversi paesi del mondo. In Turchia, tra il 2010 e il 2015, vi sono state oltre 230 mila unioni tra bambini e adulti. Ma il numero può essere più elevato, dato che molte delle nozze con minori vengono celebrate con rito religioso (non riconosciuto dalla legge turca) e quindi non registrate ufficialmente. A decidere il destino di questi bambini sono le famiglie stesse, a volte addirittura fin dalla nascita. Famiglie povere che vedono in queste unioni un possibile cambiamento di vita, perché l’importante è riuscire a stipulare un accordo con gli uomini più ricchi e importanti. Nulla a che vedere con i sentimenti, la libertà, l’amore. Per questo, sono tante le associazioni e le donne che si battono per impedire i matrimoni di “spose bambine”. In Africa, in India, in Turchia tanto per citarne alcuni. Cambiano i luoghi, ma non le dinamiche!
Spesso si arriva all’altare dopo anni di violenza fisica e psicologica da parte della propria famiglia e di abusi da parte del futuro marito. Ragazzine che diventano madri a 12 anni, che, a volte, muoiono di parto tra l’indifferenza di tutti. Matrimoni precoci, combinati, che possono sfociare in “delitti d’onore”. Nessuna possibilità di lasciare quell’uomo che non si è scelto e che le ha condannate per sempre all’infelicità. La cruda realtà, che sfocia nel mondo, dimostra quanta poca sensibilità sia presente, quanta poca libertà di scelta, di parola, di vivere la propria vita ci sia. Ogni giorno si toccano argomenti differenti, si ascoltano, ci si dispera, si ha paura per i propri figli. Ma qualcuno ha mai deciso di fare qualcosa per cambiare la realtà che ci circonda? Vorremmo che esistesse solo il bene. Ma non si può avere senza agire.
Ilenia Cicatello
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