mercoledì 30 agosto 2017
Stupro Rimini, una notte di orrore [DOWNLOAD DISPENSE GRATIS]
Ho letto di una ragazza violentata in spiaggia. Una violenza consumata sul lungomare di Rimini, verso Riccione però. Le 4 del mattino. Ancora troppo buio per sentirsi al sicuro, ancora troppo presto per andare a dormire l’ultima notte di ferie passate sulla riviera romagnola. Lui e lei, due amici. Una passeggiata forse
di rientro e un branco. Non importano colori o nazionalità. Una violenza come tante purtroppo. Botte per lui, stupro in spiaggia, per lei. Il branco non ha mai pietà. Non ha volto, non ha identità. È la parte peggiore di noi il branco. Quando c’è, svanisce la paura e purtroppo mai solo quella. Se ne va anche la dignità, il
branco se la divora. Se ne vanno i sorrisi, se ne va la lucidità. Se ne va il rispetto. La pietà, la luce. Anche quel po’ che potrebbe esserci su un lungomare, alle 4 del mattino.
Mi accorgo che ho paura anche solo a leggere certe notizie. Non ho mai vissuto in un branco, non ho mai incontrato nessun branco sulla mia strada. Sono stato fortunato in entrambi i casi. Si perché è anche questione di fortuna, non solo non incappare mai davanti a quella bestia, ma anche il non farne parte.
Amici sbagliati, Alcol, droga. Ci puoi trovare di tutto a volte, oltre che al degrado. Alla follia. Quando lo incontri perdi qualcosa che non ti verrà mai più restituito. Quindi nome e cognome valgono per la giustizia quando c’è, certo. Poco altro. Una ragazza stuprata in spiaggia mentre il suo amico tramortito, giaceva a
terra a pochi passi. Potrebbe essere finita qui. Invece no. Lei si è rivestita, ha denunciato, ha scavato dentro a ricordi che probabilmente avrebbe voluto rimuovere da subito, ma che non cancellerà più. E non è tutto, non è ancora la fine. Lavata, accudita, ascoltata, ha incontrato un altro branco. Giudizi, commenti idioti,
inutili. Un branco senza nome fatto di povertà d’animo. Di scherno. Di insulto. La stampa, la politica, la gente. A ognuno la libertà di commentare. A ognuno il proprio posto nel branco. “Lo stupro è peggio all'inizio, poi la donna si calma”. “quando toccherà alla Boldrini e alle donne del PD?”. “Serve la castrazione
chimica”. A chi interessa il nome? Il branco non ne ha. Inutile puntare il dito su qualcuno, che sia un parlamentare, che sia un mediatore culturale o un segretario di partito? A chi serve sapere un nome? Per poi dormire più tranquilli? Mi spaventa il branco. Il primo che arriva a porta via tutto, il secondo che ti riporta i pezzi, il terzo che resta li a guardare senza fare nulla, il quarto che giudica, il quinto…il sesto.
Abbiamo purtroppo messo ormai più di un piede nella direzione sbagliata e non ci salverà la sospensione di qualcuno dal proprio ruolo come non ci salverà in definitiva l’arresto di qualcuno.
Non nell’arresto di qualcuno dobbiamo sperare. Ma nell’arresto di qualcosa. Perché io ho paura. Ne avevo prima di quella notte di Rimini, e ne avrò anche quando il branco avrà pagato.
Intanto mi fermo a pensare, sperando di non incontrarlo mentre aspetto.
Franco Quadalti.
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