venerdì 25 agosto 2017
Difendo la pace con la paura, e creo la guerra [DOWNLOAD DISPENSE GRATIS]
Difendo la pace con la paura, e creo la guerra.
Apro il mio Personal Computer e leggo il giornale. Sembra buffo. Forse lo è. Per pigrizia non esco
mai a comprare un quotidiano, forse nemmeno quando passo davanti ad un'edicola e un titolo mi
colpisce. Vado oltre e mi tengo dentro la curiosità che dura poco più di un attimo. Non guardo quasi
mai la Televisione. Solo in compagnia dei miei genitori che si nutrono di tutti i Tg regionali e non
che passa il cavo. Però si, capita che a volte io apra sul Web una testata giornalistica a caso. Amo il
caso perché in fondo so che non esiste. Oggi leggo un articolo del Corriere della sera che porta
questo titolo “Perché è sbagliato pensare che non si può fermare il terrorismo”. Leggo e l'unica
parola che mi resta in testa è l'ultima. Terrorismo. Mi chiedo quanto io i fondo sia aggiornato sul
tema, mi chiedo se io sappia bene di cosa si stia parlando. Mi chiedo in ultimo, quanti drammi
causati da questa parola, io conosca. Cerco di metterli in fila, tutti, poi devo diminuire il campo di
ricerca mentale, troppi.
Resto nel 2017.
Ancora tanti. Fosse anche solo uno, sarebbe uno di troppo.
Leggo l'articolo del Corriere che in definitiva non mi porta ad appoggiare una soluzione possibile.
Non riesco però nemmeno a comprendere se tra le righe ci sia una soluzione plausibile.
Grave. Colpa mia. Ci penso ancora, rifletto, rileggo.
Mi colpisce una frase.
“Tra vincere e perdere la guerra al terrorismo, c'è una buona via di mezzo: difendersi.”
Questo il commento di Matthew Parris (analista politico e esperto di terrorismo) sul Times, che in
buona sostanza definisce persa questa lotta e trova nell'attenuare i possibili danni, l'unica strada
possibile.
Difendersi quindi, difendendo. Difendendo non solo se stessi ma anche i luoghi più esposti a
rischio. Questa triste lotta ad armi impari ci ha indicato o dove siamo più vulnerabili, attaccabili.
Nudi.
Grossi nodi ferroviari, concerti, strade affollate da turisti. E purtroppo tanto altro. Diventa difficile
se non impossibile quindi sentirsi davvero al sicuro nemmeno in casa propria, se per “casa”
intendiamo anche soltanto la nostra città. Il terrorismo usa la paura prima ancora dell'arma vera e
propria. E riflettendo sul tema “Perché è sbagliato pensare che non si può fermare il terrorismo”,
credo che dove ci sia una possibilità di fermare l'arma, non ci sia una vera e prorpia possibilità di
annientare il vero motore di questa piaga. La paura. La paura viene da dentro, nasce in modo
personale. Se spaventate, le persone reagiranno in maniera differente tra loro e forse sempre
differente ogni volta. Il caos. Questo forse il vero fine del terrorismo prima ancora della morte fisica
e del danno materiale.
Detta così però, sembra quasi che questa minaccia ce la portiamo dentro, sembra un'accusa
personale.
“Non sei tu il cattivo, ma sono io. Io che ho paura di te, io che fuggo, che mi nascondo, che mi
barrico, che ti sparo di rimando, che ti inseguo, che ti giudico. Che nel trovare una soluzione che
vada oltre alla difesa, forse divento come te, forse peggio.
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