venerdì 17 novembre 2017

Dio è grande [DOWNLOAD DISPENSE APPUNTI RIASSUNTI GRATIS]


In sintesi, il significato dell’espressione “Allah Akbar” è questa. Dio è grande. Nulla di più. Non ci sono sottocartelle da visionare, file da analizzare, pagine correlate a queste parole che portino altrove. “Allah Akbar” significa semplicemente questo. Dio è grande. E non lo dico io. Lo dicono i musulmani. Quelli veri. Intervistando i musulmani a New York, è facile comprendere come queste parole sono state strappate al loro “uso” comune come grido di guerra. All’opinione pubblica, queste parole evocano drammi. Portano a pensare al terrorismo islamico. Rievocano paura. Esplosioni, uccisioni, omicidi, stragi. Nulla quindi, in nome di Dio. Non serve essere religiosi praticanti per comprendere come in nome di un Dio, non si possa togliere la vita a qualcuno.

I musulmani intervistati, mentre ripetono queste parole nella loro lingua, sorridono, hanno gli occhi pieni di luce. Parlano di amore, di pace, di bellezza, uguaglianza. Si rammaricano. Vedono negli occhi della gente la paura. Ascoltano grida silenziose.  Dicono di non aver compreso. Si chiedono perché, in nome di Dio, si possa distruggere la vita anziché onorarla. Nella loro religione, come nella nostra, se togli la vita a qualcuno vai all’inferno. Quale Dio vorrebbe questo? Non il loro. Ne sono certi. In quelle due parole dicono esserci la vita, la devozione, lo stupore e la gratitudine. Non bastano, non basteranno le loro parole a far ricredere il mondo forse. Ciò che è stato fatto finora gridando quelle parole, ha riempito la terra di corpi senza vita. E anche io, prima di vedere questa intervista, credevo questo. Non sapevo il significato. Ma sapevo dove portava. Almeno, credevo di saperlo. Sbagliavo. Sono arrabbiati i musulmani intervistati. Ciò che leggono su di loro è una bugia. Ciò che vedono negli occhi della gente, è una bugia.
“Allah Akbar” è l’unica verità per loro. Ci stanno riuscendo a portarci via la serenità, a portarci anche le nostre credenze. Portano via anche la religione. Distruggono tutto. Fanno capo all’ignoranza delle masse. Usano la paura. Cambiano la storia. Bisogna saper aprire gli occhi. Non stiamo combattendo contro a una religione o contro a un popolo ma contro a un inganno. Oltre la religione c’è il fanatismo prima del terrorismo. È lì che va spezzata la catena. Rompere quell’anello significherebbe restituire ai popoli le proprie origini, i propri riti, i propri Dei. Per i credenti di tutto il mondo, Allah, Dio, è un nome forse che significa per tutti la stessa cosa. La fede nella salvezza, oltre questa vita. Il resto sono parole e azioni tanto dure quanto difficili da comprendere. Il non sapere il vero significato di “Allah Akbar” fa parte dell’ignoranza forse. Un altro anello da spezzare. Un altro vincolo che separa gli uomini dalla pace.
Franco Quadalti

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