mercoledì 8 novembre 2017

"Caccia furtiva": lo stalking [DOWNLOAD DISPENSE APPUNTI RIASSUNTI GRATIS]


Torino: sono vicine di casa, ma non si sopportano e le loro liti finiscono in Tribunale.
Imputata di stalking contro la sua dirimpettaia è una donna di 45 anni che respinge ogni addebito. 
Tra le accuse aver messo la musica a tutto volume, aver sbattuto 132 volte il portoncino del pianerottolo, aver lasciato teste di topo morto sullo zerbino della vicina, averla insultata.
“Era venuta a trovarci un’amica, quando abbiamo sentito dei rumori sul pianerottolo. Abbiamo sbirciato dal nottolino e c’era la nostra dirimpettaia con i pantaloni abbassati, che ci mostrava il sedere”.
Questo il racconto del compagno della vittima, chiamato come testimone.
Il termine “stalk” è variamente traducibile nella nostra lingua come “caccia in appostamento” “caccia furtiva”, “pedinamento furtivo”, “avvicinarsi furtivamente”, “avvicinarsi di soppiatto” (a selvaggina, nemici).

La parola “stalker” è traducibile come “cacciatore all’agguato” “chi avanza furtivamente”.
Il verbo “to stalk” è altrettanto traducibile col significato di “inseguire furtivamente la preda” e deriva dal linguaggio tecnico gergale venatorio.
La ricerca di vicinanza fisica, le attenzioni e le gentilezze che testimoniano affetto o coinvolgimento amoroso, se eccessive, assillanti, possono declinarsi in forme di persecuzione che turbano la serenità e limitano la libertà di una persona.
Tali forme di persecuzione, in passato spesso spiegate dal senso comune come messe in atto per “eccesso di amore”, vengono denominate oggi stalking. 
Una caratteristica dello stalking è rappresentata dalla sua durata. Queste condotte possono protrarsi per molto tempo, anche mesi o addirittura anni.
Le forze dell’ordine dovrebbero avere una adeguata preparazione sul fenomeno comprendente la conoscenza dei comportamenti di stalking, le caratteristiche dello stalker e della vittima e la possibile violenza correlata a fattori di rischio.
E’ auspicabile che le forze dell’ordine contattino nuovamente la vittima dopo il primo colloquio. In questo modo sarà possibile intervenire più facilmente quando si verificheranno fatti nuovi e allo stesso tempo la vittima si sentirà sostenuta. 
Un atteggiamento poco sensibile delle forze dell’ordine potrebbe rendere difficoltoso ottenere ulteriore collaborazione da parte della vittima.
Le forze dell’ordine dovrebbero fornire indicazioni sulle precauzioni da adottare e sulle modalità di raccolta delle prove. 
Inoltre deve essere prospettata alla vittima l’eventuale necessità di un aiuto specializzato. 
In alcuni casi, soprattutto quando c'è un grave rischio di violenza fisica, potrebbe essere necessario cercare un rifugio residenziale per la vittima. Se la vittima ha subito delle lesioni fisiche, è importante che si faccia visitare da un medico e che ottenga le relative certificazioni. 
Secondo una recente analisi, nello stalking i fattori di rischio correlati alla violenza sono: minacce, precedenti relazioni intime, assenza di disturbi psicotici, disturbi di personalità, abuso di sostanze, storia criminale e precedenti episodi di violenza.
Ilenia Cicatello

https://drive.google.com/file/d/1S1W0f3KlTHgvVhM4x72MoLkt07RdUKW6/view?usp=sharing

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