giovedì 23 novembre 2017
Prigioniera [DOWNLOAD DISPENSE APPUNTI RIASSUNTI PDF GRATIS]
“Per cinque anni prigioniera di una setta. Così mi allontanarono dai miei affetti”.
Michelle Hunziker si apre per la prima volta su un’esperienza che ha segnato la sua vita.
“Ho sofferto di attacchi di panico e per anni ho creduto che sarei morta di lì a poco, per soffocamento come aveva previsto la setta”.
Come definiamo una setta?
Associazione caratterizzata da distinzione o separazione ideologica nei confronti di una dottrina.
La prima fase ha lo scopo di condurre all’isolamento l’adepto mediante l’allontanamento di quest’ultimo dal nucleo familiare di origine, quindi, dalla comunità sociale e dal contesto familiare in modo che questi perda ogni punto di riferimento. Ciò viene perseguito attraverso un serrato proselitismo con l’intento di “sedurre” l’adepto.
Una volta “ottenuto” l’adepto scatta la seconda fase il cui scopo è la manipolazione mentale, già iniziata nella fase di adescamento o reperimento dei nuovi affiliati.
La manipolazione mentale si raggiunge attraverso l’indottrinamento dell’adepto perseguito con il rigetto sistematico e aprioristico dei vecchi valori, l’incitamento alla obbedienza cieca, la richiesta di conformità ai codici prestabiliti dalla setta.
Il gruppo svolge una parte fondamentale nel coinvolgimento dell’adepto all’interno del processo manipolatorio: esso fa leva soprattutto sull’affettività del soggetto facendolo sentire amato, protetto, rassicurato.
Attua in poche parole quello che si chiama love bombing ossia un bombardamento affettivo in modo che il ricevente non riesca a vedere nient’altro che il gruppo e gli interessi che questo promuove.
Ciò, viene raggiunto attraverso l’induzione di uno stato di prostrazione psicofisica (privazione da sonno, alimentazione errata o insufficiente, rifiuto delle cure mediche tradizionali, pratiche illegali di medicina, impegno continuo) che crea uno stato di affaticamento volto a impedire la ribellione o a scoraggiare le iniziative personali.
Altre tecniche utilizzate sono il pressing psicologico da parte del gruppo per evitare ripensamenti nel soggetto; l’induzione del senso di colpa o di paura per costringerlo al silenzio o mantenerlo nel gruppo; la minaccia e/o punizione in caso di confidenze all’esterno da parte dell’adepto. A tal fine, viene incoraggiata l’adozione e l’impiego di un linguaggio criptico che impedisca la comunicazione con l’esterno.
L’adepto, fiaccato nel corpo e nella mente, è sottoposto a forti repressioni a livello emotivo, affettivo e sessuale.
La manipolazione psicologica fa leva infine sul senso di colpa esercitato attraverso l’evidenziazione delle debolezze del soggetto: con la scusa di superarle, viene invitato a confessarsi, a narrarsi, ad auto-analizzarsi, ad annotare scrupolosamente le sue emozioni.
Si intende come forma di comunicazione mediante la quale ad un individuo, senza imposizione o comando alcuno, è indotta una convinzione, un pensiero o una condizione esistenziale senza che egli se ne renda conto, possa opporvisi o avverta la ragione di farlo.
Una persona suggestionata appare in uno stato di alterata consapevolezza, manifesta una notevole capacità di subire alterazioni nella percezione e nella memoria, in conformità ai suggerimenti di colui che la esercita; il soggetto perde la capacità di autodeterminarsi e obbedisce alle richieste dell’ipnotista, anche in una situazione postipnotica.
La manipolazione mentale è definibile in questi termini come
“riprogrammazione emotivo-culturale” di un individuo con conseguente sua destrutturazione percettivo-ambientale.
“Una sera d’autunno avevo programmato di andare a teatro con una decina di amici: lei mi telefonò per dirmi di annullare. Sarebbe stato negativo per la mia energia. Ed io annullai”.
Le fasi che precedono la decisione sono fatte di umiliazioni, paura e la sensazione di aver superato il limite.
“Nella setta c’erano direttori di giornali, conduttrici di tv, autori, magistrati, poi allontanati: io ero sufficiente al progetto”.
La normalità, una volta fuori, è una lenta conquista.
“Uscita dalla setta ho trovato una guida spirituale, frate Elia, che mi ha permesso di incontrare padre Amorth: mi ha rassicurata e poi mi ha benedetto. Ho ripreso a mangiare carne solo in attesa di Sole. Prima sentivo odore di cadavere…
…Oggi non ho rancori, ho scoperto la fragilità della setta, tutto il progetto si è dissolto sotto i miei occhi”.
Michelle “svuota il sacco” o meglio dire “svuota l’anima” da momenti che hanno condizionato la sua vita per anni, ma ne esce vittoriosa!
“Vorrei solo dire di credere negli affetti veri e non nei “maestri”. Se è capitato a me non per forza deve capitare a tutti”.
Siate liberi!
Ilenia Cicatello
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