mercoledì 1 novembre 2017
Vlada morire a 14 anni per una passerella [DOWNLOAD DISPENSE APPUNTI RIASSUNTI GRATIS]
Aveva 14 anni. Soffriva di meningite cronica. La febbre era salita altissima.
Era svenuta. Trasportata d’urgenza all’ospedale, è morta dopo due giorni di coma. La meningite, aggravata dal deperimento fisico, l’ha portata via.
La sera erano frequenti le telefonate alla madre in cui lamentava stanchezza. Troppa.
“Voglio solo dormire”, diceva alla madre.
Un sonno ora destinato a durare in eterno. Vlada Dzyuba, ragazza russa di appena 14 anni è morta così. Sfilando in passerella.
Si. Vlada era una emergente modella russa, masticata dal mondo della moda, sputata sulla passerella più lunga del mondo. Una sfilata di 13 ore a Shanghai se l’è portata via. Un contratto che prevedeva di lavorare tre ore la settimana si è presto trasformato in una tomba. A raccontare il suo caso è il Siberian Times, e l’episodio spalanca una finestra sul possibile sfruttamento di modelle giovanissime nell’industria della moda cinese. Un mondo fatto di luci ma anche di infinite ombre quello della moda. Un mondo che non dovrebbe essere abitato da ragazzine.
Perché questo era Vlada. Una semplice ragazzina. Malata.
I suoi anni avrebbero dovuto raccontare di amori finiti e nuovi batticuori. Avrebbe dovuto dire di giornate passate con le amiche a parlare di scuola o di gossip, a parlare di moda. A parlarne soltanto. Invece Vlada ne faceva parte. Arenata in quel mondo malato tanto quanto lei. Quante promesse fatte forse, quante porte aperte le erano state raccontate, quante bugie?
La malattia e la moda se la sono portata via e con lei ogni sogno. C’è una parte di me che si chiede come faccia una famiglia a permettere tutto questo. Una parte di me si chiede come faccia una ragazzina a lasciarsi uccidere così. Un’altra si chiede come si possa usare una ragazzina fino alla fine di lei. Poi mi dico che a tutto questo non c’è risposta. È successo, va accettato perché questo esiste. Va compreso. Va risolto.
Non chiudete gli occhi. Vlada è nostra figlia, siamo noi. Non è morendo che si perde. È cedendo all’inganno.
Non giudicate. Lasciatela sfilare ancora. Lei voleva questo, perché a volte le bambole sono giocattoli troppi costosi anche per una famiglia per bene. A volte camminare guadando sempre avanti e mai con gli occhi bassi sulla strada, fa meno paura anche quando sai che per te non c’è speranza.
Franco Quadalti
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