venerdì 27 ottobre 2017

Decreto Poletti [DOWNLOAD DISPENSE APPUNTI RIASSUNTI GRATIS]


La Corte Costituzionale ha letteralmente salvato le casse dello Stato, che altrimenti, avrebbero dovuto erogare cifre fino a 30 miliardi di euro, dall’impatto enorme per i conti pubblici. Questa, infatti, era la cifra stimata, al netto delle restituzioni già pagate dall’entrata in vigore del decreto del 2015, dal legale dell’Inps, Luigi Caliulo, a margine dell’udienza di ieri alla Corte Costituzionale. Alla luce di tutte le censure di incostituzionalità sollevate da più parti, circa il bonus Poletti sulle perequazioni pensionistiche, i giudici avrebbero dovuto pronunciarsi sui seguenti dubbi di costituzionalità: violazione del principio di uguaglianza per il deteriore trattamento dei percettori di trattamenti pensionistici rispetto alle generalità dei percettori di altra tipologia di reddito, lesione del principio di capacità contributiva, violazione dei principi della proporzionalità e adeguatezza della retribuzione (anche differita), violazione di obblighi internazionali derivanti dalla Cedu (la Corte europea dei diritti dell’uomo). La questione, come noto, riguardava i pensionati che percepivano una prestazione superiore a tre volte il trattamento minimo inps nel 2011 o nel 2012 (circa 1.450 euro lordi ovvero 1.100 euro netti al mese) e, pertanto, non hanno ottenuto la rivalutazione del reddito pensionistico a causa della legge Fornero nel biennio 2012-2013.Per questo 14 tribunali e una sezione della Corte dei conti avevano presentato ricorso alla Consulta per il mancato adeguamento delle pensioni per tutti i beneficiari. Ciò nonostante, secondo la Consulta, il decreto legge 65 del 2015 voluto dal ministro del Lavoro, non vìola i princìpi di proporzionalità e adeguatezza del trattamento previdenziale.

Considerando che il relatore della pronuncia, il giudice Silvana Sciarra, è stato lo stesso della sentenza 70 che nel 2015 aveva bocciato il "Salva Italia" di Elsa Fornero, il governo temeva una nuova batosta. Stavolta, non solo la bocciatura non è arrivata, ma i giudici hanno anche sottolineato come ci sia una netta differenza tra il decreto Fornero e quello Poletti: "La Corte ha ritenuto che – diversamente dalle disposizioni del “Salva Italia” annullate nel 2015 con tale sentenza – la nuova e temporanea disciplina prevista dal decreto-legge n. 65 del 2015 realizzi un bilanciamento non irragionevole tra i diritti dei pensionati e le esigenze della finanza pubblica". Insomma, la Corte ha considerato legittimo il sistema graduale adottato dal governo nel processo di adeguamento delle pensioni all'inflazione."Una pessima notizia - sottolinea Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori -. Buona per i conti pubblici, ma molto negativa per i pensionati che faticano ad arrivare alla fine del mese. Il problema è che il rimborso deciso dal Governo era parziale per tutti, anche per chi aveva una pensione pari a 4 volte il minimo. Ecco perché la sentenza di oggi, ritenendo realizzato un bilanciamento non irragionevole tra i diritti dei pensionati e le esigenze della finanza pubblica, ci delude e ci lascia perplessi". "La speranza era che, almeno per i titolari dei trattamenti previdenziali più modesti, pari a 4 volte il trattamento minimo, la Consulta stabilisse l'obbligo di un rimborso e di un adeguamento completo".
Greco Felice Cristian


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