domenica 8 ottobre 2017
La Cina blocca Whatsapp, i messaggi non si possono controllare! [DOWNLOAD DISPENSE APPUNTI RIASSUNTI GRATIS]
Stamattina “sfoglio” le mail e mi ritrovo un articolo con un titolone da panico. Bloccato Whatsapp! Diciamo che il titolo era ben più preciso e articolato ma i miei occhi in prima battuta e il mio cervello in seconda, hanno letto quello. Da lì la mente feroce e veloce ha viaggiato creando una nuova realtà. Addio alle chat, si torna agli sms, piano piano la tecnologia viene abbandonata, addio smartphone e via tutti alla ricerca del telefono di casa con la rotella. Quello grigio, i più fighi quello nero. Ai Top quello da parete con la trombetta in cui parlare. I ragazzi che chiamano la fidanzatina e trovano il padre e fingono uno svenimento, gli scherzi telefonici in cui si prende per il culo il primo sconosciuto che c’è. Si esce e si corre fino a sera per le strade fatte d’erba e polvere. Ci si siede la sera aspettando il tramonto e si va a dormire felici di quello che c’è stato e non tristi per quello che è mancato. Le ginocchia sbucciate, le gote rosse.
Si insomma, cose così. Siccome la realtà non è mai così bella come la fantasia, leggo meglio, leggo tutto. Comprendo fin da subito quanto il mio errore fosse stato madornale. Si parla di Cina, si parla di parla di politica, si parla di una misura cautelare. E forse si parla di qualcosa di ben più grande che di un semplice blocco anche se parziale di uno dei maggiori servizi mondiali di messaggeria. Il 18 Ottobre prende vita il XIX Congresso del partito Comunista. Roba grossa. Si legge che questa misura che sembra essere appunto solo cautelativa, andrebbe di fatto a rallentare un canale virtuale fuori dal controllo diretto del Governo cinese. Sistemi di messaggeria come Wechat infatti, restano liberi e funzionanti in quando completamente visibili dal Governo stesso. A caccia dunque di tutte quelle forme di comunicazione che possono risultare oscurate agli occhi di chi comanda.
Secondo il New York Times infatti, lo stop a Whatsappsarebbe "l'ultima mossa di Pechino per aumentare la sorveglianza" su un evento di estrema importanza per gli equilibri interni del Paese.
Questo “blocco” non è stato istantaneo. Da mercoledì 20 settembre sono iniziati i primi rallentamenti del sistema, ma è soltanto da lunedì 25 settembre che il servizio è risultato inutilizzabile in gran parte del Paese. "Se puoi andare soltanto ad un miglio all'ora su una strada, è molto probabile che tu finisca per non percorrerla nonostante non sia tecnicamente bloccata", ha spiegato LokmanTsui esperto di Internet communication all'università cinese di Hong Kong.
Già dal 19 luglio scorso però, era iniziato uno studio sull’isolamento del sistema ma erano stati inibiti inizialmente solo i video, le chat vocali e le immagini. Il resto della messaggeria era rimasto aperto e fruibile come sempre. Ciò che adesso si è andato a fare invece, sono veri e propri blocchi del sistema. Rallentamenti talmente grandi da far risultare praticamente inutilizzabile l’App di Mark Zuckerberg.
Già. Lui. Il magnate del Social. Quello che se pensi a lui, ti viene in mente la sua più grande creazione. La F bianca in campo blu. Il grande occhio praticamente. Facebook. Poi non ci fermiamo qui. O meglio, non si è fermato qui. Si perché Mark Zuckerberg oltre a possedere Facebook e Whatsapp, è anche proprietario di Instagram. Diciamoun tris praticamente imbattibile sul panorama mondialeSocial. Ne dico un’altra. Cos’hanno in comune queste tre piattaforme oltre al proprietario?
La risposta a questa domanda è davvero curiosa. Lascia perplessi infatti che tutte e tre le piattaforme siano state bandite dal territoria cinese. Facebook già dal 2009 è stato oscurato infatti e malgrado i ripetuti tentativi di Zuckerberg di rientrare nel mercato cinese, il Guru del Social è rimasto al palo nella terra dagli occhi a mandorla. Al di là delle questioni puramente di sicurezza mi sorge un dubbio. O meglio, mi nasce una spontanea considerazione. Fossi Mark mi verrebbe da dire…”ehi tu, ce l’hai con me!” Di fatto con quello che viene classificato come un rallentamento di Whatsapp e non una vera e propria chiusura, si sbatte la porta in faccia all’America, non soltanto a un individuo singolo. Lasciando stare anche tutti i milioni di utenti che queste tre piattaforme raccoglie, che voglio dire, troveranno altro da fare. Mi sembra di rivedere l’embargo Americano in terra Giapponese ai tempi della seconda guerra mondiale. Altri toni, altre persone, altra posta in gioco. Si. Perché qui a parer mio non si parla di sicurezza al Congresso. Qui si chiude la porta al “mostro”, all’ “uomo nero”. Non credo che la bandiera a stelle e strisce possa prendere parte alla battaglia, in fondo si parla di virtuale. Qui non muore nessuno. Però se penso a un mondo senza social network, penso anche a quanta gente poi faticherà a dormire. E penso alle strade di ghiaia, ai campi di grano, al sudore di una corsa nel campo del vicino. Al fucile di legno e la barchetta di carta. All’aquilone fatto con la pellicola dell’uovo di Pasqua, al pallone da calcio ormai liso dal tempo. Al “ciao”. Alle camminate a testa alta a guardare il cielo e non per terra. Agli occhi delle persone, agli abbracci di chi ti vuole bene. Agli “eccomi”. Alla voce. Ai racconti delle ferie su un divano.
Scusate ma è arrivato un messaggio.
Devo salutarvi.
Franco Quadalti.
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