martedì 3 ottobre 2017

La vita è una figata [DOWNLOAD DISPENSE APPUNTI RIASSUNTI GRATIS]


Ho visto BebeVio da Fazio. Non che mi stia simpatica, ma non sono qui né a fare buonismo, tanto meno a dare giudizi sulla gente. Ma ho visto e ascoltato BebeVio da Fabio Fazio. Vista e ascoltata. Si perché a sentirla soltanto mica ti rendi conto. Una ragazza di 20 anni lacerata dentro e fuori. La voce da bambina, una storia da raccontare. In fondo allo studio, mamma e papà che ascoltano. Chi è Bebe per il mondo dello sport potete andarlo a cercare su Wikipedia. Ciò che mi resta in mente di quel video sono le mani di plastica e la voce da bambina che racconta come la vita sia una figata. Al di là dello sport. Al di là di tutto. Glielo disse suo padre mentre la medicava dopo l’amputazione. Glielo disse suo padre quando lei, ingenuamente, pensava che per togliersi la vita bastasse buttarsi giù dal letto. Come quando da bambino per sentirsi un Re, si saliva su uno sgabello di paglia con un bastone in mano. Non è così semplice. Essere un Re, togliersi la vita. Lo sapeva suo padre che glielo ha insegnato portandola davanti alla finestra al secondo piano. Da lì si muore, non dal letto. Da lì si può concludere il cammino, lungo o corto che sia. I più dicono che serve coraggio a togliersi la vita. Suo padre gli ha insegnato che serve invece incoscienza. Si perché la vita è una figata. Comunque. Forse perché a un bambino capace di credere a Babbo Natale e ai nani in fondo all’arcobaleno è più semplice dire che senza gambe e braccia si deve vivere. Ma vivere. Si deve e si può vivere. Perché la vita è una figata. Sempre? No, forse no, ma in un libro bellissimo può anche avere un capitolo di merda da leggere. Un libro bellissimo lo si può leggere anche balbettando, o si può leggere dalla voce

di qualcun altro. Si può, si deve leggere quel libro. Merita. Mi alzo la mattina e dico grazie. Facile per me, corro i 100 metri in 20 secondi da allenato e posso abbracciare le persone che amo dall’alto dei miei 188 centimetri di altezza. Ma non è così per tutti. Lo sa Bebe, lo sanno in tanti. Prendi uno come Zanardi. Quello che mai l’ho visto imbronciato, ha sempre questa faccia da uno che l’ha capita bene. Cosa racconti a uno così per farlo diventare triste? Uno che ha viaggiato una vita a 300 Km/h poi un giorno stronzo gli ha detto no. E lui ha detto…no a chi? A ha iniziato ancora a correre a 300 Km/h, e a superare tanti, poi a superare tutti, poi a vincere ancora, anche più di prima. Uno che ha detto una cosa ovvia come quella che la vita è come il caffè: puoi metterci tutto lo zucchero che vuoi, ma se lo vuoi far diventare dolce devi girare il cucchiaino. A stare fermi non succede niente. Allora lui non sta fermo. Corre. Senza gambe a 300 Km/h. Corre con una sedia sotto al culo usando le braccia. Vince. Sorride, perché la vita è una figata.Non esiste il “non si può fare”. E guarda che secondo me anche lui una mattina si è svegliato dicendo “basta”. Poi qualcuno glielo avrà ricordato. Ehi, la vita è una figata, dove vuoi andare? C’è tanta gente normale che molla là fuori. Nessuno forse l’ha mai messa davanti a una finestra e gli ha detto…vai. Nessuno forse gli ha sorriso e gli ha detto che la vita a volte va male. A volte quel “a volte” dura tanto. A volte, sempre. Però non si molla. Non si deve mollare. Non puoi correre? Cammina. Non puoi camminare? Siediti. Ma non ad aspettare. Troppo facile per me dire che la vita è bella da vivere sempre. E poi non sono uno che se ne va in giro a dispensare consigli alla gente. Però se penso che se senza braccia non potrei più abbracciare le persone che amo, mi sale l’angoscia. Dovrei avere la fortuna di incontrare qualcuno che mi facesse capire che invece di abbracciare, potrei essere abbracciato. Magari non è la stessa cosa, però sai cos’è quando una persona che ti ama ti abbraccia? Una figata. Come la vita. Esiste per tutti il letto dal quale ci si può buttare credendo di morire. Esiste per tutti la finestra al secondo piano che ti fa andare via quando tutto sembra finito. Ma esistono anche persone che dimostrano ogni giorno che se chiudi la finestra e scendi in strada, ci sono ancora tante cose da vedere, da vivere. Una figata pazzesca.
Franco Quadalti.


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