sabato 21 ottobre 2017
Weistein l'orco cattivo [DOWNLOAD DISPENSE APPUNTI RIASSUNTI GRATIS]
Hollywood è un posto strano. Ci sono stato. Ricordo nel pullman che mi portava in California, ero stato l’unico ad accorgersi della famosa Hollywood Sign, la scritta monumentale sul Monte Lee, a Los Angeles. Stava li a dare il benvenuto nel paese dei balocchi. Fui l’unico ad alzarsi in piedi nel frastuono delle chiacchiere, a tirare fuori dallo zaino una vecchia macchina fotografica e attraverso un vetro sporcato da chilometri di smog, a fotografare quella scritta. E poi a ridere, a festeggiare di essere stato l’unico, il privilegiato dalla sorte. Avevo vinto Hollywood. Ma Hollywood è un luogo strano. Chi profuma di pelle non ha bisogno di grosse fragranze addosso. Ti accorgi delle belle persone quando le hai davanti. Quella scritta è un po’ come un benvenuto, una cerimonia di apertura, una bella confezione a un regalo che non sempre piace. Ricordo Los Angeles come una città veloce, luminosa di giorno, buia oltre la notte quando viene sera. Ricordo un autobus e un coltello che mi indicava dove andare a mettermi in piedi per lasciare il posto libero. Ricordo il mio silenzio. Ricordo la sensazione di curiosità per il giorno dopo, la visita al “Bosco di Agrifogli”. Non una città, ma un distretto. 300.000 persone. La mecca del cinema. Case basse, strade larghe. Silenzio ovunque. Qui vive il cinema. Attori, produttori. I più grandi. Quasi tutti. Ricordo i confini di Hollywood. Strade dove a destra trovi palme altissime, macchine da sogno, vetrate trasparenti e a sinistra, anche l’erba si piega al Dio denaro. Panchine con barboni, sacchi dell’immondizia, povertà, il nulla. Non serve una cartina per capire dove finisca Hollywood e inizi tutto il resto del mondo. Dentro a quel posto, sei una Star. Teatro di grandi celebrazioni, di drammi colossali, di scandali. L’ultimo in linea temporale, quello che ha colpito Harvey Weinstein, produttore cionemantografico statunitense, fondatore della famosa Miramax. Sesso. Il titolo è quello. Sesso, abusi. Accuse gravi.
I nomi delle attrici su quel fascicolo sono tanti. Nomi grossi. Come il suo.A seguito di queste accuse, Weinstein è stato anche espulso dall'Academy Award e il presidente francese Emmanuel Macron ha avviato l'iter per ritirargli la Legion d'onore, che gli era stata conferita dall'ex capo di Stato Nicolas Sarkozy nel 2012. Un tipo tosto. Tutti contro? No. A Hollywood, nel tempio del cinema, c’è sempre chi non rinnega il passato, e ringrazia. Ringrazia credendo di restituire il favore, tentando di scindere l’uomo dal professionista. Certo, forse ha sbagliato. Chi non lo fa? Però era un genio. La sua casa produttrice era stata un trampolino di lancio per quelli che ora sono i più grandi. Quelli che diventeranno un mito. Allora silenzio. Del tutto o in parte. Troppo facile parlare dopo, direbbero alcuni. Troppo difficile parlare allora, direbbero altri. Allora forse era meglio tacere, o proteggere, sentenziano i figlioli nati nel bosco degli agrifogli. Hollywood è un posto strano ho detto. Matt Damon l’ha chiamato
“posto pericoloso”. Infatti lui nemmeno ci vive, ha scelto la campagna, lontano dal gossip, dalla vita mondana, dalle luci, le strade larghe e le case basse. Ha scelto di scindere l’uomo del quale preferisce non parlare, dal produttore cinematografico, definendolo un genio. Allora un punto per Weinstein. Personalmente sono sempre stato per il parlare subito o tacere per sempre. Ci sono tanti tipi di prostituzione. Il silenzio è uno di questi. Però che nessuno faccia l’ipocrita. Siamo figli del baratto. Poi ad un certo punto ha cambiato nome e modalità, ma se tu dai una cosa a me, io ne do una a te. Non sono certo di pensarla davvero così, scrivo di getto. Pensando che la dignità sia davvero l’unica cosa che nessuno ti può togliere. La dignità è un vestito che decidi di mettere via a tua scelta. Non a quella di altri. La dignità di fare una scelta e proteggerla. La dignità di non abbassarsi al ricatto. La dignità di restare quello che si è. La dignità di vendersi senza rinnegarsi. La dignità di scappare. Di dire no. Penso alle mie scelte. Penso al bosco di agrifogli. A quel silenzio assordante. A nessuno in giro per strada. Un luogo strano. Forse come dice Matt, pericoloso.
Franco Quadalti
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