sabato 28 ottobre 2017

Nativi e immigrati digitali [DOWNLOAD DISPENSE APPUNTI RIASSUNTI GRATIS]


Negli Stati Uniti il 42 per cento dei bambini con meno di otto anni ha un tablet tutto suo. 
L'espressione nativi digitali ha indicato la generazione di chi è nato e cresciuto in corrispondenza con la diffusione delle nuove tecnologie informatiche. 
E quindi si tratta, in genere, di persone, soprattutto di giovani, che non hanno avuto alcuna difficoltà a imparare l'uso di queste tecnologie. 
L'espressione nativi digitali viene dalla corrispondente espressione inglese digital native, in cui si sono accostati due elementi: digital che significa relativo ai mezzi informatici; e native che significa nativo, indigeno. 
Esiste anche un'altra espressione che è quella di immigrati digitali e in questo caso indica esattamente il contrario: gli immigrati digitali sono le persone che, quando queste nuove tecnologie si sono diffuse, erano già adulte e quindi persone che hanno avuto maggiore difficoltà, o addirittura non riescono, a impadronirsi della conoscenza e dell'uso di questi nuovi mezzi. 
Le due espressioni, sia nativi digitali che immigrati digitali, si sono diffuse anche nella lingua italiana dopo il 2001 perché nel 2001 era stato pubblicato in lingua inglese, da uno scrittore statunitense che si chiama Marc Prensky, un libro che era intitolato, per l'appunto, Digital Natives, Digital Immigrants.

Sia nativi digitali che immigrati digitali sono due espressioni che dimostrano che la lingua inglese può essere tradotta con traduzioni appropriate che fanno presa nella nostra lingua e che si diffondono immediatamente. 
E sono espressioni ormai registrate, già da qualche anno, nei nostri migliori vocabolari della lingua.
Gli adolescenti che vivono in case e ancor più in camere ad alto contenuto tecnologico, abituati ad usare le nuove tecnologie fin da bambini per giocare, comunicare, teneresi aggiornati, imparare e fare acquisti sono definiti nativi digitali.

Da quando Internet e la possibilità di essere sempre connessi offerta dagli smartphone sono diventati elemento di vita quotidiano di bambini e adolescenti, infatti, hanno modificato radicalmente il modo di concepire le comunicazioni, le interazioni e le relazioni, soprattutto per quella fascia della popolazione, i giovani, che sta crescendo con queste possibilità non come novità ma come condizione di vita.
"Always on": la quasi totalità del campione (89,7%) possiede uno smartphone con acccesso ad internet. 
Ascoltano musica o radio (61%), guardano video (60,2%), fanno ricerche per la scuola o i compiti (58,3%), curiosano nel web (57,3%) fanno acquisti (22%). Questa la fotografia che emerge dall'indagine di Telefono Azzurro e Doxa (2014), realizzata con più di 1500 ragazzi di tutta Italia (48% ragazze, 52% ragazzi) tra gli 11 ed i 18 anni.
Fruitori attivi della rete, dimostrano di conoscerla e di saperla utilizzare con dimestichezza. 
Ciò che è prioritario, però, è il rimanere in contatto: internet nella vita dei ragazzi è soprattutto social media.
L'89,8% utilizza WhatsApp (un applicazione di messaggistica su smartphone) per rimanere connesso con gli amici: più di 1 su 2 manga più di 50 messaggi al giorno.
Il social media più diffuso rimane comunque Facebook, utilizzato
dall'82,3% degli intervistati. Il 73,6% dei ragazzi vi accede direttamente dal cellulare, ed il 22,2% è costantemente connesso.
Stanno sui social però non solo per allargare la propria cerchia amicale (30,8%), per mostrare di averla (35,8%) o sapere cosa fanno gli altri curiosando nelle loro vite (30,1%). 
"Ragazzi social" per essere visti e riconosciuti:perchè desiderano condividere informazioni e immagini (59,2%), esprimere il loro parere
(38,3%), mostrare le parti migliori di sè (37,8%, 42,2% dei ragazzi), i loro interessi (52,2%), dove vanno e cosa fanno (53%).
Ma cosa succederebbe se non potessero connettersi?
Più della metà degli adolescenti avrebbe paura di non venire a sapere le cose (33,8%) o di perdersi le news del mondo (25,4%), virtuale e non reale.
“Se vuoi vivere la vitastupisciti dell’esistenza in se,dedicati all’ascolto, alle relazionicerca di trovar tempoper contemplare e sognare”.(Enzo Bianchi)
 Ilenia Cicatello


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